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Tutti gli articoli per il giorno 26 ottobre 2012
Radio Giap Rebelde presenta: audio della serata “panafricana” a sostegno di Bartleby, 17 ottobre 2012. E quando diciamo “Bartleby”, intendiamo lo spazio culturale più detestato e minacciato di sgombero dai poteri forti della città di Bologna: l’Alma mater capeggiata da Ivano Dionigi, il sempre più “lagnifico” rettore, & la classe digerente del PD, nello splendore grigiastro di tutte le sue ipocrisie.
Pietro Floridia, Antar Mohamed, Reda Zine e Wu Ming 1 hanno raccontato storie sospese tra Italia e Marocco, Italia e Senegal, Italia e Somalia, Italia e Libia, Italia e Kenya.
Buon ascolto. Al solito: per ascoltare in streaming senza lasciare questa pagina, clicca l’icona “>”. Per scaricare l’mp3, clicca sul link testuale e salva il file.
PIETRO FLORIDIA
Regista, drammaturgo e – per l’occasione – attore, Pietro ha proposto un monologo tratto dal nuovo spettacolo che sta preparando e basato sul suo diario di viaggio da Bologna a Diol Kadd (Senegal). Viaggio “a fini teatrali” che ha raccontato in un blog e nel libro Teatro in viaggio. Lungo la rotta dei migranti (Nuova SI, 2011). Pietro è uno dei fondatori della compagnia Teatro dell’Argine e direttore artistico, insieme a Nicola Bonazzi e Andrea Paolucci, dell’ITC Teatro Comunale di San Lazzaro.
Ad accompagnarlo, il musicista e film-maker marocchino (di Casablanca) Reda Zine, col suo basso guembri.
INTRO. L’INTRUSO, IL CUORE, BARTLEBY A BOLOGNA – 6’58″
(da Jean-Luc Nancy)
IL RESPIRO AFRICANO DEL LANDO / HAFA CAFÉ / IO SO SUONARE – 13’07″
UNDICI CHILOMETRI DI DESERTO / SOTTO IL SEGNO DEL PADRE – 10’57″
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ANTAR MOHAMED & REDA ZINE
Antar, co-autore di Timira insieme a Wu Ming 2, ha proposto un intenso reading dal “romanzo meticcio”, in simbiosi con la musica e il canto di Reda.
Reda Zine (nella foto) è membro delle band Voodoo SoundClub e Fawda Trio.
TIMIRA GNAWA MELANGE – 45’04″
N.B. Non l’abbiamo diviso in più parti perché sarebbe stato un peccato, è tutta una suite, un unico groove.
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WU MING 1
Ha proposto due anteprime dal libro che sta finendo di scrivere insieme a Roberto Santachiara, Point Lenana.
INTRO: POINT LENANA IN PROGRESS – 8’43″
L’AFRICA È LA FICA – 15’38″
N.B. Il capitolo è stato ridotto per la lettura. Manca, ad esempio, un paragrafo (divertente ma difficile da leggere) sul truffaldino Trattato di Uccialli del 1889. Il testo integrale – non necessariamente definitivo – si può leggere in questo pdf.
MONTAGNE E MAL D’AFRICA (A KAREN BLIXEN) – 15’44″
Anche questo è nel pdf di cui sopra. I due brani sono disposti nell’ordine in cui appaiono nel libro (con molti altri capitoli tra l’uno e l’altro, s’intende), dunque in ordine inverso rispetto al reading.
Il rinvio a giudizio è del 2006 poi fra legittimi impedimenti, il Lodo alfano, il ricorso alla Consulta i tempi si sono dilatati. Ma i giudici hanno accettato in toto le accuse della procura
Silvio Berlusconi (afp)
MILANO – Quasi 10 anni di indagini. Un’udienza preliminare convocata e continuamente aggiornata di mese in mese fino ai rinvii a giudizio nel 2006. Quasi 6 anni di processo ‘a singhiozzo’ tra richieste di ricusazione avanzate dai legali e l’istanza di astensione presentata dal giudice. E ancora slittamenti dovuti al Lodo Alfano e al conseguente ricorso alla Consulta, richiesta di trasferimento del procedimento a Brescia, legittimi impedimenti di Silvio Berlusconi, cambi di capi d’imputazione. E’ stato un percorso a ostacoli quello che ha portato oggi alla sentenza di primo grado per il processo Mediaset che ha visto l’ex premier condannato a 4 anni per frode fiscale. Le accuse dei giudici mosse, intanto. Secondo la procura di Milano il sistema organizzato da Fininvest negli anni Novanta per acquisire i diritti dei film americani era finalizzato a frodare il fisco. Come? Comprando i diritti non dalle major ma da una serie di intermediari e sottointermediari, con un passaggio ‘utile’ per gonfiarne il prezzo così da poter poi stornare la “cresta” a beneficio della famiglia Berlusconi. Fininvest quindi, secondo la tesi del pm Fabio De Pasquale fatta propria dai giudici del Tribunale 1, avrebbe sistematicamente aumentato il prezzo dei diritti di trasmissione dei film delle major americane. Facendo così avrebbe aumentato le voci passive dei propri bilanci, con risparmi notevoli da un punto di vista dell’imposizione fiscale, riuscendo al tempo stesso a produrre fondi neri.
Nel dettaglio, tra il 1994 e il 1998, il gruppo avrebbe avuto “costi fittizi per 368 milioni di dollari” nell’acquisto dei diritti tv su una spesa complessiva di un miliardo di dollari. Per Mediaset, come ha sostenuto l’accusa in sede di requisitoria, “ci sono stati 90 milioni di dollari in più all’anno di costi gonfiati”. La contestazione di frode fiscale mossa a Silvio Berlusconi riguarda, in particolare, gli anni dal 2001 al 2003 e, secondo l’ipotesi accusatoria, in quei tre anni nei bilanci del gruppo gli effetti dei costi gonfiati dei diritti tv sono di circa 40 milioni di euro.
Nettamente opposta la tesi difensiva dell’ex premier per la quale l’intermediazione è prassi costante nel mercato internazionale dei diritti televisivi. Senza contare che Silvio Berlusconi era da tempo impegnato nell’attività politica e non nella gestione dell’azienda. Tesi questa non riconosciuta dei giudici che nel dispositivo della sentenza dicvono espressamente che il Cavaliere ha mantenuto il controllo sulle proprie aziende anche dopo l’inizio dell’attività politica.
Assolto Fedele Confalonieri “per non aver commesso il fatto”. Per i magistrati è stata una “evasione notevolissima”. L’ex premier, interdetto dai pubblici uffici per 3 anni, dovrà versare, insieme agli altri imputati, tra cui il suo “socio occulto” Frank Agrama, un risarcimento di 10 milioni all’Agenzia delle entrate
“Un’evasione fiscale notevolissima”. I giudici di Milano, ed è la prima volta che accade per il reato di frode fiscale, hanno condannato Silvio Berlusconi a quattro anni. Per quella catena di intermediari e società schermo che avrebbero permesso di gonfiare i costi d’acquisto dei diritti dei film da trasmettere in tv per creare fondi neri. E’ tutto qui il processo sui diritti Mediaset che, con mastodontiche consulenze e una infinita lista di testimoni, ha impiegato quasi sei anni di dibattimento. I giudici, presieduti da Edoardo D’Avossa, hanno inflitto tre anni al produttore cinematografico Frank Agrama, considerato dalla Procura di Milano il “socio occulto” e dai giudici “vero mandatario” del Cavaliere in questa colossale truffa al Fisco: quantificata in 17,5 miliardi di lire nel 2000; in 6,6 milioni di euro nel 2001, in circa 4 milioni nel 2002, e in circa 2 milioni nel 2003. “Non è sostenibile che la società abbia subito truffe per oltre un ventennio senza neanche accorgersene”; per i giudici Berlusconi era il “dominus indiscusso” e c’è stato “un preciso progetto di evasione esplicato in un arco temporale ampio e con modalità sofisticate”. La riflessione dei magistrati si argomenta così: “Il sistema” dei diritti tv aveva un “duplice fine”: una “imponente evasione fiscale” e la “fuoriuscita” di denaro “a favore di Silvio Berlusconi” che ”rimane al vertice della gestione dei diritti” e del meccanismo fraudolento anche “dopo la discesa in campo”, perché “non c’era un altro soggetto” a gestire il sistema di frode. I giudici nelle motivazioni contestuali richiamano anche verdetto della Cassazione sul caso Mills, che prosciolse l’avvocato inglese per prescrizione dall’accusa di corruzione giudiziaria, ma attribuì al Cavaliere la paternità dei versamenti sui suoi conti: “Il giro dei diritti si inserisce in un ricorso più generale a società off-shore create da Berlusconi affidandosi a fidatissimi collaboratori”. Ma non solo perle toghe il comportamento di Berlusconi, nell’ambito del processo Mediaset sui diritti tv, dimostra una “naturale capacità a delinquere” per perseguire “il disegno criminoso”. L’ex premier viene ritenuto l’”ideatore” del sistema fraudolento e “non si può ignorare la produzione di un’immensa disponibilità economica all’estero ai danni dello Stato e di Mediaset che ha consentito la concorrenza sleale ai danni delle altre società del settore”.
Il dispositivo. Il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, invece è stato assolto per “non aver commesso il fatto”, mentre al manager Daniele Lorenzano è stata inflitta una condanna a 3 anni e 8 mesi. Un’altra manager Gabriella Galetto è stata condannata a un anno e due mesi. Le pene sono condonate nella misura di tre anni grazie all’indulto (articolo 1 della legge 241 del 2006, ndr). Per l’ex presidente del Consiglio i giudici hanno stabilito tutte le pene accessorie previste dal codice: l’interdizione dai pubblici uffici per tre anni (che diventerà esecutiva se e quando la sentenza passerà in giudicato e dopo il terzo grado, ndr), l’incapacità a contrattare con la pubblica amministrazione, l’interdizione dalle funzioni di rappresentanza e assistenza in materia tributaria e l’interdizione perpetua dall’ufficio di componente della commissione tributaria. I giudici hanno disposto un versamento a titolo di provvisionale di 10 milioni di euro da parte degli imputati condannati all’Agenzia delle Entrate. La sentenza dovrà essere pubblicata nella sua interezza sul Sole24ore.
Condanna più alta della richiesta del pm. I magistrati giudicanti hanno superato di quattro mesi la richiesta dell’accusa nei confronti del leader del Pdl. Il pm Fabio De Pasquale aveva chiesto 3 anni e 8 mesi e in requisitoria aveva detto che Silvio Berlusconi “aveva lasciato le sue impronte digitali“ sul sistema “truffaldino” di ”maggiorazione dei costi” dei diritti tv acquistati da Mediaset, tra il 1994 e il 1998. C’era lui secondo la pubblica accusa “all’apice della catena di comando del settore’‘ ed era lui ad avere “il controllo su Fininvest, che ha organizzato la frode”. E sempre all’ex presidente del Consiglio poi ”sono riconducibili i conti bancari dove sono stati versati i fondi neri”, che sarebbero stati realizzati con le compravendite ‘gonfiate’. Quello sulle presunte irregolarità nella compravendita dei diritti tv da parte di Mediaset, davanti ai giudici della prima sezione penale è uno dei tre processi milanesi in corso a carico dell’ex premier, oltre a quello sul caso Ruby e all’altro con al centro la fuga di notizie sull’intercettazione Fassino-Consorte ai tempi della scalata alla Bnl. Per la vicenda ‘Mills’, invece, a febbraio era stata decretata la prescrizione (le parti hanno tempo fino ai primi di luglio per ricorrere in appello), mentre per il caso Mediatrade la Cassazione ha confermato nei giorni scorsi il proscioglimento di Berlusconi. Un’assoluzione questa, in un procedimento ‘parallelo’ sempre sui diritti tv, di cui i giudici della prima sezione, secondo gli avvocati Ghedini e Longo, avrebbero dovuto tenere conto.
Il sistema per creare fondi neri. Nello schema delineato dall’accusa, i dirigenti Fininvest/Mediaset, avvalendosi di intermediari e società compiacenti, avrebbero, infatti, gonfiato i costi d’acquisto dei diritti dei film da trasmettere in tv (“3 mila titoli in 4 anni, comprati con 12 mila passaggi contrattuali”) per creare fondi neri. E così, stando all’imputazione, nei bilanci Mediaset degli anni 2001-2002-2003 sarebbero finiti “circa 40 milioni di euro di costi gonfiati”. E i soldi ottenuti dalla presunta frode? Secondo il pm,”circa 250 milioni di dollari sono rimasti nel ‘comparto riservato’ (il cosiddetto ‘gruppo B’, ndr) di Fininvest”. E queste”società nascoste”’ – alcune delle quali, “quelle maltesi” in particolare, avrebbero avuto un ruolo nelle “vendite fittizie e ‘spezzettate”’ – erano, ha affermato De Pasquale, “proprio di Berlusconi come persona fisica”. Allo stesso ex premier poi,”che era anche, da tempo immemorabile, in stretti rapporti col produttore americano Frank Agrama (per lui chiesti 3 anni e 8 mesi di condanna, ndr)”, sarebbero riconducibili anche “i conti bancari” da cui sarebbe transitata ”la cresta”: quei presunti fondi neri passati per “conti svizzeri e delle Bahamas o in quelli del fiduciario Del Bue di Arner Bank” e poi “usciti con prelievi in contanti”. Una ricostruzione che oggi i giudici sembrano aver accolto. Un anno fa circa i giudici, su richiesta della Procura, aveva riconosciuto la prescrizione del reato a un imputato eccellente: l’avvocato David Mills, già condannato per essere stato corrotto da Berlusconi per mentire in due processi. La Cassazione, confermando il quadro accusatorio, aveva dichiarato la prescrizione. Stesso destino per il Cavaliere, la cui posizione era stata stralciata per l’incostituzionale Lodo Alfano. Secondo quei giudici Berlusconi, ormai fuori dalla gestione del gruppo, sarebbe stato estraneo agli illeciti. In un procedimento stralcio il deputato Pdl, Massimo Maria Berruti, avvocato di Fininvest ma prima ufficiale della Guardia di Finanza (condannato definitivamente a otto mesi per favoreggiamento, ndr), si era visto infliggere una condanna a 2 anni e 10 mesi per riciclaggio. Anche in questo caso, però, la Cassazione aveva riconosciuto la prescrizione.
I legali: “Sentenza incredibile”. “Una sentenza assolutamente incredibile che va contro le risultanze processuali. Addirittura non si è tenuto conto delle decisioni della Corte di Cassazione e del giudice di Roma, che per gli stessi fatti hanno ampiamente assolto il Presidente Berlusconi” affermano in una nota congiunta i legali di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo. Uno dei legali di Confalonieri, l’avvocato Alessio Lanzi, ha invece dichiarato: ”Giustizia è fatta. Tecnicamente non ha mai commesso nessun reato. Nessuno dei testi lo ha mai indicato come partecipante all’acquisto dei diritti. Bisogna capire perché per altre persone non c’è stata l’assoluzione”. Insieme a Confalonieri, sono stati invece assolti Marco Colombo e Giorgio Dal Negro perché “il fatto non costituisce reato”; i giudici hanno stabilito infine “di non doversi procedere” nei confronti di Manuela De Socio e Carlo Scribani Rossi, Erminio Giraudi.
La società Hellas Verona F.C. intende dedicare questa giornata al ricordo di Pier Mario Morosini, colpito da una tragedia che vuole essere commemorata affinché chiunque di noi che porta con sé questo doloroso sentimento legato alla sua storia lo possa esprimere. Qualcosa di talmente grande e profondo che il nome di Pier Mario non può e non deve essere accostato ad alcun gesto oltraggioso. La società Hellas Verona F.C. si è sentita coinvolta moralmente, preparando una serie di iniziative che continuerà a sostenere nel tempo, perché questa giornata sia per Verona un momento di riflessione e, al tempo stesso, di gioia.
Centinaia di fogli bianchi per rilanciare l’idea di una scuola pulita. E’ la risposta degli studenti del liceo Giulio Cesare di Roma al blitz del Blocco Studentesco. Intanto Casa Pound fa vedere il video dell’irruzione.
di T.Rodano
Un videomessaggio dal suo studio, con alle spalle le bandiere italiana ed europea, nel quale annuncia la data del 16 dicembre per le primarie del Pdl. Silvio Berlusconi parla così agli italiani: “Sono fiero e cosciente dei limiti della mia opera”
Silvio Berlusconi rompe gli indugi e conferma la volontà di non ricandidarsi alle elezioni. Lascia alle primarie il compito di scegliere il leader del Popolo della Libertà e si attribuisce il ruolo del saggio, al fianco del nuovo leader e candidato premier, in grado di battere ‘una coalizione di sinistra che vuole tornare indietro’.
Gli scandali di questi mesi hanno lasciato negli italiani uno strascico di sfiducia nella politica e nelle Istituzioni. E’ sempre scandaloso tradire i cittadini, lo è doppiamente in tempi di crisi economica: perché, oltre i casi di cronaca, ciò che viene rubato loro è la fiducia.
In questa situazione salgono (stando ai sondaggi) i consensi per Beppe Grillo e per Matteo Renzi: ma saranno solo loro e Bersani a contendersi il ruolo di leader?
Ospiti in studio Matteo Renzi, Gianfranco Fini e Diego Della Valle.
Eccidi sull’Appennino tosco-emiliano.
Dopo l’archiviazione dell’eccidio di Stazzema, dalla Germania sono arrivati nuovi verdetti sulle stragi naaziste.
Nello specifico si tratta di tre assoluzioni e tre ergastoli, da parte della Corte militare d’appello, per la lunga scia di sangue che i militari tedeschi della Divisione corazzata ‘Hermann Goering’ si sono lasciati alle spalle durante i rastrellamenti sull’Appennino tosco-emiliano nella primavera del 1944.
La triplice assoluzione lascia però di fatto senza colpevoli due dei quattro eccidi contestati agli imputati, quello avvenuto nella zona di Monte Morello (Firenze) e quello di Mommio di Fivizzano (Massa Carrara).
CI FURONO 400 VITTIME. Gli imputati, oggi novantenni, sono stati giudicati perché ritenuti responsabili di numerosi eccidi di civili compiuti sull’Appennino tosco-emiliano nella primavera del 1944.
Le vittime furono circa 400.
Secondo l’accusa i sei imputati avrebbero a vario titolo «contribuito a cagionare la morte di numerosi privati cittadini italiani che non prendevano parte alle operazioni militari, fra cui donne, anziani e bambini inermi, agendo con crudeltà e premeditazione».
Tutto ciò, «agendo in parte in ossequio alle direttive del comando d’appartenenza, in parte di propria iniziativa e, senza necessità e senza giustificato motivo, nell’ambito e con finalità di ampie spedizioni punitive contro i partigiani e la popolazione civile che a quelli si mostrava solidale».
TRE SONO MORTI. Gli ex militari rinviati a giudizio furono 12. Il tribunale di Verona, il 6 luglio 2011, ne condannò 9 all’ergastolo, assolvendone tre.
Il processo d’appello, ha visto dunque sei imputati: l’allora capitano dell’esercito tedesco Helmut Odenwald, di 93 anni, l’ex tenente Erich Koeppe (93), i sottotenenti Hans Georg Karl Winkler (90) e Ferdinand Osterhaus (95), il caporale, e poi sergente, Alfred Luhmann (87) e il sergente Wilhelm Stark (92).
La Corte militare d’appello ha assolto Odenwald, Koeppe e Osterhaus e confermato l’ergastolo a Winkler, Luhmann e Stark.
La conferma della condanna di primo grado era stata sollecitata dal procuratore generale Antonio Sabino, mentre i difensori degli imputati avevano chiesto l’assoluzione.
I sei imputati hanno risposto di quattro episodi distinti
Le uccisioni sono state raggruppate, nel capo di imputazione, in quattro episodi.
Il primo riguarda la morte di circa 156 civili, avvenuta il 18 e il 20 marzo 1944 in varie località dei comuni di Montefiorino (Modena) e Villa Minozzo (Reggio Emilia): Monchio, Susano, Costrignano, Civago e Cervarolo.
Per le uccisioni del 18 marzo è stata confermata la condanna nei confronti di Luhmann, mentre sono stati assolti Osterhaus e Odenwald.
Per le vittime del 20 è stata invece confermata la condanna di Stark.
CONDANNATI IN PRIMO GRADO, POI ASSOLTI. Poi c’è stata l’uccisione di 14 cittadini, tra cui tre ragazzi di soli 17 anni, avvenuta il 10 aprile nella zona di Monte Morello (Firenze), a Ceppeto e Cerreto Maggio, due località dei comuni di Sesto Fiorentino e Vaglia.
Gli unici due condannati in primo grado, Koeppe e Odenwald, sono stati assolti.
Ben 200, invece, le persone trucidate in varie zone del monte Falterona, proprio al confine tra la Toscane e l’Emilia Romagna, tra il 13 e il 18 aprile.
Tra le località in cui la divisione Goering ha colpito, uccidendo anche donne e bambini, ci sono Vallucciole, Stia, Pratovecchio, Partina, Moscaio, Castagno d’Andrea, Badia Prataglia, Caprese Michelangelo, Santa Maria Serelli.
Condanna all’ergastolo confermata per Luhmann, Stark e Winkler, assoluzione per Koeppe e Odenwald.
ISTITUZIONI PARTI CIVILI. Venti, infine, le persone ammazzate il 4 e il 5 maggio a Mommio, una frazione di Fivizzano (Massa Carrara).
Anche questo episodio è rimasto senza colpevoli perché Osterhaus, Stark e Winkler, condannati in primo grado all’ergastolo, sono stati tutti assolti. Molte le parti civili costituite nel processo. Oltre a numerosissimi parenti delle vittime anche, tra l’altro, la presidenza del Consiglio dei ministri, l’Anpi, le Regioni Toscana ed Emilia Romagna, le province di Reggio Emilia, Modena, Firenze, Massa Carrara e Arezzo, i Comuni dei territori dove sono avvenute le stragi.
La sentenza rende giustizia ai morti secondo la deputatat Pd Ghizzoni
Soddisfazione, ma anche perplessità per le assoluzioni nel processo d’appello. A dirlo è stato l’avvocato Andrea Speranzoni, difensore della Provincia di Mondea, dei Comuni di Palagano e San Godenzo, oltre che di 92 familiari delle vittime costituitesi parti civili.
«Siamo soddisfatti perché è stata affermata la responsabilità penale di tre degli imputati, all’esito di un processo rigoroso, ma ci lascia perplessi l’assoluzione degli altri tre, nei cui confronti riteniamo siano state raccolte prove altrettanto valide», ha spiegato l’avvocato, «confidiamo che la procura generale dopo aver letto le motivazioni della sentenza proporrà ricorso in Cassazione nei loro confronti».
RICONOSCIUTA STRAGE. Parla di giustizia invece la deputata modenese Manuela Ghizzoni (Pd), presidente della Commissione Cultura della Camera.
«Anche se con 68 anni di ritardo, oggi si è giunti ad una sentenza definitiva che rende giustizia, con la condanna di tre imputati, su una orribile pagina della nostra storia, per quella che è riconosciuta come la strage più feroce perpetrata nella provincia di Modena. Ora attendiamo le motivazioni che hanno portato alla sentenza».
A MONCHIO UCCISE 150 PERSONE. Ghizzoni ha ricordato in particolare la strage di Monchio.
«Dopo la condanna in primo grado arriva oggi una parziale conferma che riporta alla luce una verità dimenticata: il 18 marzo 1944 a Monchio, Susano e Costrignano, le truppe naziste, guidate da reparti della divisione corazzata Hermann Goring, trucidarono 150 persone, in rappresaglia contro la costituzione delle brigate partigiane sull’Appennino modenese», ha aggiunto la deputatta del Pd, aggiungnedo: «Ora abbiamo la responsabilità di tenere viva la memoria di quanto accaduto, perché solo attraverso la conoscenza del sacrificio e dell’impegno di quanti hanno perso la vita in difesa della democrazia e contro la barbarie nazista è possibile sconfiggere la cultura della violenza e della sopraffazione».
Due grandi fotografi di NatGeo – Nicklen e Winter – tra i vincitori dell’edizione di quest’anno dell’Oscar della fotografia naturalistica mondiale
di Ker Than
Vincitore assoluto
Fotografia di Paul Nicklen, National Geographic
Pinguini imperatore sfrecciano verso un foro nel ghiaccio: è l’immagine vincitrice del primo prenio assoluto dell’edizione 2012 del Veolia Environnement Wildlife Photographer of the Year.
“Eric Hosking Portfolio Award”
Fotografia per gentile concessione Vladimir Medvedev, VEWPOY
Vladimir Medvedev ha scattato quest’immagine di un cervo nel Jasper National Park, in Canada, mentre un camion sfrecciava sullo sfondo.
Lo scatto, intitolato “Vita nelle zone di confine” ha meritato l’Eric Hosking Portfolio Award, destinato ai fotografi tra i 18 e i 26 anni che presentano un portfolio con le loro migliori immagini.
Menzione, “World in Our Hands Award”
Fotografia per gentile concessione Paul Hilton, VEWPOY
Gli operai che lavorano al mercato ittico di Donggang a Kaohsiung, Taiwan, lavorano pinne di squalo congelate, molto richieste dal mercato mondiale di zuppa di pinne di pescecane. La triste immagine è stata intitolata “La fine degli squali” ed è risultata una delle finaliste del premio World in Our Hands Award, che riguarda il rapporto tra l’uomo e l’ambiente.
Vincitore “Wildlife Photojournalist Award”
Fotografia di Steve Winter, National Geographic
Una tigre di Sumatra passa attraverso una recinzione nel Bandhavgarh National Park, in India. L’immagine fa parte del servizio scattato per il numero di National Geographic del dicembre 2011 “Salvate la tigre” e ha vinto il Wildlife Photojournalist Award.
Vincitore categoria Paesaggi: “Aurora sul ghiaccio”
Fotografia per gentile concessione Thilo Bubek, VEWPOY
Per catturare questa immagine di un’aurora boreale nella Norvegia settentrionale, il fotografo Thilo Bubek si è accampato su un lago congelato e ha atteso mentre la temperatura era ben al di sotto dello 0 finché ha trovato la foto perfetta.
Vincitore categoria “Animali nel loro ambiente”
Fotografia per gentile concessione Ole Jørgen Liodden, VEWPOY
In questa foto intitolata “Vita sul ghiaccio sottile”, un orso polare solitario si riposa su un pezzo di ghiaccio al largo delle isole Svalbard, nella Norvegia settentrionale.
Vincitore categoria Mammiferi: “Prove di corsa”
Fotografia per gentile concessione Grégoire Bouguereau, VEWPOY
Quando il fotografo Grégoire Bouguereau ha visto una femmina di ghepardo cacciare una piccola gazzella di Thomson e portarla viva ai suoi cuccioli ha capito che stava per assistere a una lezione di caccia.
All’inizio i cuccioli non hanno notato la preda nella nebbia, racconta Bouguereau, ma appena la povera gazzella si è alzata in piedi, l’istinto predatorio dei ghepardi si è scatenato.
Menzione categoria “Animali a sangue freddo”
Fotografia per gentile concessione Steven Kovacs, VEWPOY
A muso duro, questo maschio di pesce del genere Opistognathus protegge il suo prezioso carico di uova fertilizzate portandole nella bocca. Il fotografo Steven Kovacs ha intitolato quest’immagine “Un papà con la bocca piena”.
Vincitore categoria “Ritratti di animali”
Fotografia per gentile concessione Larry Lynch, VEWPOY
Un alligatore si riposa nel Myakka River State Park di Sarasota, in Florida, dopo aver aver mangiato un pesce rimasto intrappolato dal recedere delle acque del fiume. Il fotografo ha intitolato quest’immagine, scattata a circa 7 metri dal soggetto, “Luci di segnalazione pericolo notturne”, riferendosi agli occhi del rettile.
Menzione categoria “Reami botanici”
Fotografia di Francisco Mingorance
Le stelle della Via Lattea fanno da sfondo a una pianta di viperina di Tenerife in fiore nel Parco nazionale di Teide, nelle isole Canarie.
Vincitore categoria “Visioni creative”
Fotografia per gentile concessione Klause Nigge, VEWPOY
“Un turbine di fenicotteri”, come il fotografo Klause Nigge ha intitolato questa immagine, si dispone lungo un estuario della penisola dello Yucatan, in Messico, in questa immagine aerea.
Le immagini vincitrici dell’edizione 2012 del Veolia Environnement Wildlife Photographer of the Year saranno in mostra al Museo di Storia Naturale di Londra fino al 3 marzo 2013.
VEDI LE IMMAGINI VINCITRICI DEL VEOLIA 2011
Fotografia per gentile concessione Daniel Beltrá, VEWPOY