ilfattoquotidiano.it – Scontri a Bologna tra polizia e centri sociali nei pressi dell’aula magna dove il governatore di Bankitalia Vincenzo Visco stava tenendo una lectio magistralis. I manifestanti hanno dichiarato 4 feriti di GZ
ilfattoquotidiano.it – Scontri a Bologna tra polizia e centri sociali nei pressi dell’aula magna dove il governatore di Bankitalia Vincenzo Visco stava tenendo una lectio magistralis. I manifestanti hanno dichiarato 4 feriti di GZ
2 agosto 1980 ore 10:25: strage alla Stazione di Bologna.
Il 37 è l’autobus di linea che fu adibito al trasporto delle salme: diventerà uno dei simboli della reazione immediata e spontanea della colletività alla bomba che ha dilaniato uno dei luoghi simbolici della vita e delle relazioni di un’intera città. Sessanta testimonianze di chi, a vario titolo, prese parte ai soccorsi costituiscono altrettanti tasselli di un racconto corale, un crescendo cheva dalle prime ore di quella mattina, avvolte nel caos e nello sgomento generale, fino agli sviluppi dei giorni seguenti, quando si fapiù chiaro il bilancio delle vittime e la natura dell’attentato. A venticinque anni da una strage di stato il ritratto di una società civile.
Tratto da “46° Festival dei Popoli, selezione ufficiale”
contatto: magico.alverman@infinito.it
Lo sfogo del cantante dopo i fischi della curva ai napoletani che hanno coperto la canzone Caruso. “Non mi riconosco in chi oltraggia la figura di Lucio e insulta gli avversari con questa maleducazione deficiente”. Il sindaco Merola: “Lo capisco, condanno la violenza verbale, ma non lasci”. Casini: “Per noi il Bologna è un modo diverso per essere tifosi”, De Magistris: “Grazie a chi condanna il razzismo, che amarezza”. Curva Bulgarelli chiusa con condizionale. Il consiglio comunale di Bologna chiede scusa ai tifosi del Napoli
di SIMONE MONARI
BOLOGNA – Il tema resta caldissimo. Gli insulti della curva Andrea Costa ai napoletani, la canzone di Lucio Dalla “Caruso” interrotta quando avrebbe dovuto essere una sorta di colonna sonora, hanno fatto infuriare anche Gianni Morandi, che in una nota sulla sua pagina facebook si dice pure stanco di rivestire la carica di presidente onorario del Bologna, dinanzi a simili comportamenti. Intanto il giudice sportivo ha stabilito la sospensione di un turno con condizionale per la curva Bulgarelli dello stadio Dall’Ara.
Ecco il testo di Morandi: “Ieri allo Stadio di Bologna è successo qualcosa di inqualificabile e di cui mi sono vergognato. Prima dell’inizio della partita sono comparsi striscioni intollerabili contro la squadra e la città di Napoli e mentre le note di Caruso con la voce di Lucio risuonavano nell’aria, una parte della curva dei tifosi rossoblu ha cominciato a fischiare. Non credevo che il tifo fosse degenerato a questo punto. Sono lontani i tempi quando lo Stadio di Bologna veniva preso ad esempio per la civiltà e la sportività del pubblico presente, che sapeva addirittura applaudire la squadra avversaria quando giocava meglio della nostra. Non so quanti fossero ieri quegli incivili, capaci di un simile comportamento, razzista ed offensivo. Spero fossero pochi, ma certamente io non mi riconosco in loro, che oltraggiano la figura di Lucio e insultano gli avversari con questa maleducazione deficiente. E essere il presidente onorario, anche se è una carica simbolica e forse inutile, non mi piace più”. La Curva Bulgarelli del Bologna è stata chiusa un turno con la condizionale. Lo ha deciso il giudice sportivo a causa dei cori e degli striscioni contro i napoletani. Per il Bologna è la prima sanzione di questo tipo e, quindi, è stata applicata la sospensione.
La condanna ai fischi arriva anche dal presidente rossoblù Albano Guaraldi: “Non li ho sentiti, se ci sono stati penso che siano sbagliati, era un omaggio al grande Lucio, era un’idea nata assieme a Gianni Morandi, era un gesto distensivo e doveva unire tutti. Quei fischi, quei cori, certi striscioni, secondo me, nascono però nel momento della partita, non dal cuore. Ma è un peccato”. “Siamo ancora civilissimi – aggiunge Guaraldi – Purtroppo, a volte, succedono queste cose che biasimo e non condivido. Lo stadio deve essere un luogo dove scaricare le proprie tensioni ma tifando in modo corretto per la propria squadra”.
Il sindaco Virginio Merola chiede a Morandi di non abbandonare la presidenza onoraria del Bologna. Ieri al Dall’Ara “è stata infangata la memoria di Dalla, persona che ha sempre amato la sua città e Napoli”, afferma il primo cittadino condannando i cori razzisti durante la partita (“una violenza verbale inconcepibile, da condannare”). Poi l’appello a Morandi: “Comprendo la sua scelta, mi unisco alle sue parole di sdegno, mi auguro però che non abbandoni la presidenza onoraria del Bologna”.
Sul caso interviene su twitter il presidente della commissione affari esteri del Senato, Pier Ferdinando Casini: “Capisco Gianni Morandi. Per noi il Bologna è una fede ma è anche un modo diverso di essere tifosi”.
Applaude alle parole del cantautore anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris: “Lo sport ed il calcio in particolare, così popolare e partecipato in questo nostro paese, non possono diventare occasione di razzismo e discriminazione territoriale, ma devono essere, al contrario, occasione di promozione dei valori della convivenza e della tolleranza. La pagina scritta ieri, a Bologna, genera molta amarezza per questo”. E conclude: “Da sindaco di Napoli, ringrazio Gianni Morandi, il sindaco di Bologna Merola e tutti coloro che si sono espressi a condanna dei cori razzisti pronunciati ieri, in occasione della partita, contro la nostra città”.
Il consiglio comunale di Bologna ha approvato, all’unanimità, un ordine del giorno contro i cori razzisti di ieri allo stadio Dall’Ara che hanno preso di mira i tifosi del Napoli. “Il consiglio comunale – si legge nell’odg – a seguito dei vergognosi cori razzisti intonati ieri allo stadio Dall Ara stigmatizza ogni forma di espressione di stampo razzista. Si scusa con la città di Napoli e con tutti i cittadini che non si sentano rappresentati dal fanatismo ultras. Auspica che le società calcistiche prendano una volta per tutte le distanze da ogni forma di violenza”. Il documento è stato presentato dal consigliere Melega (Pd) e firmato da Lembi (Pd), Pieralisi (AmBoVen) e Bugani (M5S).
Il consiglio comunale bolognese ha accolto con un lungo applauso il premio Nobel per la pace. Il sindaco Merola: “La sua vita è una storia di coraggio e determinazione”. Dopo la cerimonia a Palazzo d’Accursio, la leader birmana si è spostata nell’aula magna di Santa Lucia per il conferimento del titolo honoris causa. Ai giovani: “Fate domande e interessatevi di politica”
di ILARIA VENTURI
BOLOGNA – “Vorrei utilizzare questa opportunità per lanciare un appello al mondo: pensiamo agli altri così come pensiamo a noi stessi”. La voce di Aung San Suu Kyi è pacata, ma le sue parole scuotono il mondo accademico e Bologna, colpiscono il cuore, ribaltano pregiudizi e categorie del pensiero politico, rimbalzano oltre i confini della città che l’ha accolta. La leader birmana, Nobel per la Pace, ha ricevuto la laurea ad honorem in Filosofia all’Alma Mater e la cittadinanza onoraria in Comune. Una lunga giornata bolognese, terza tappa del suo viaggio in Italia, il primo dalla sua liberazione.
L’intervento della leader birmana in Comune – La visita di Aung San Suu Kyi a Bologna è cominciata in consiglio comunale. La “signora” della pace firma prima il libro d’onore: “È una gioia venire nella vostra città per essere una di voi”. Poi il discorso, dove parla del suo paese, di suo padre, di quanto sia “importante combattere ogni giorno per mantenere una democrazia”. “Siamo tutti cittadini di una grande città e oggi me lo avete dimostrato”, ha detto al termine. “Oggi avete ritrovato un membro della vostra famiglia che non vedevate da tempo”. Ad accoglierla, in una sala affollatissima, il sindaco Virginio Merola: “La sua vita è una storia di coraggio e determinazione. Continueremo a seguire le sue lotte con l’attenzione e l’orgoglio di saperla nostra cittadina. La sua presenza è un evento storico per Bologna”.
La laurea in Filosofia. Nell’aula magna dell’Ateneo, davanti ad autorità e professori (dal sindaco Merola all’ex Cofferati, dal cardinale Caffarra al governatore Vasco Errani), Aung San Suu Kyi tiene il suo discorso da “neolaureata”. Per l’occasione, fa sapere il cerimoniale, indossa un vestito bianco e azzurro che tradizionalmente portano gli studenti birmani nel giorno della laurea. Sopra, la toga e la fascia bianca della facoltà di Lettere, il tocco che ogni tanto si aggiusta. “Non pensate all’odio, a peggiorare le cose, non vi concentrate sulla negatività – insiste – quello che serve innanzitutto è la comprensione”. Volto ieratico, sorrisi misurati, sguardo fiero: la donna che ha insegnato al mondo a liberarsi dalla paura non cede alla commozione, all’auto compiacimento dei riflettori. Stringe la pergamena di laurea tra le mani mostrandola agli accademici, riceve l’anello e il libro, come vuole il rito medievale dell’università più antica del mondo, si lascia andare nell’abbraccio alla pianista Gile Bae che le regala le sue note preferite, il Canone di Pachelbell, a fine cerimonia.
La lezione Aung San Suu Kyi: “Il fine non giustifica i mezzi”. Parla da politica, Aung San Suu Kyi, “perché questo sono”, precisa in premessa. Lei che aveva due anni quando suo padre, oppositore del regime birmano, è stato assassinato, lei che da leader è stata costretta per oltre vent’anni agli arresti domiciliari dai militari. E la sua è una lezione anti-machiavellismo: “Il fine non giustifica mai i mezzi. Se scegliamo mezzi che non sono corretti, anche i fini per quanto possano essere giusti e di grande valore allora diventano distorti”. Il riferimento è all’assassino di suo padre, “anche lui credeva nell’indipendenza del suo paese, ma voleva raggiungerla nel modo sbagliato, senza scrupoli. Mio padre e tante altre persone credevano invece che bisognava raggiungere l’indipendenza con l’onore”. Poi il passaggio sulla riconciliazione, parole Nobel per la Pace: “Io non ho mai provato odio nei confronti del potere militare”. E se “la condanna dice qualcuno è essenziale per risolvere i problemi, io invece ho scoperto qualcosa di diverso sulla base della mia esperienza: e cioè che la condanna non fa altro che alimentare il fuoco della paura e dell’odio. A me non interessa la condanna, ma la riconciliazione, la pace”. Infine, il suo grazie a Bologna e all’Italia. “Il peso di quello che succede ora a Myanmar non arriva fisicamente sulle vostre spalle, ma sapete cosa succede nel mio Paese. E io credo in questa causa perché so che anche voi ci credete, siete voi che mi e ci avete dato la forza e il coraggio per andare avanti”.
Il rettore Dionigi: “Una lezione per la nostra politica”. L’applauso alla leader birmana è lunghissimo, l’accademia si alza in piedi a renderle onore. “Grazie per questa lezione – dice il rettore dell’Ateneo di Bologna Ivano Dionigi – ci costringe a ripensare il nostro modo di fare politica”. Nel suo discorso, il rettore aveva parlato proprio del ruolo dell’università, “chiamata anche nel nostro Paese, afflitto da povertà culturale e da miopia politica, a svolgere ruolo primario”. E aveva ammonito: “La politica di questo Paese può ripartire solo grazie alla cultura, all’istruzione. Non avrà altra salvezza”. Ad Aung San Suu Kyi Dionigi promette: “L’Alma Mater sarà sempre vicino a lei e al suo popolo”. La cerimonia inaugura l’anno accademico dell’Ateneo. “Lo dichiaro aperto nel segno di questo grido per la libertà e di questo sguardo rivolto al futuro”, chiude il rettore riferendosi alla testimonianza della donna che “ci insegnato ad essere liberi dalla paura”.
L’incontro con i liceali. Prima di andarsene, stringendo mani a tutti, dal cardinale ai tre monaci buddisti di tradizione birmana presenti in platea, il Nobel per la pace si concede un piccolo fuori programma, al termine della cerimonia di laurea, incontrando gli studenti di alcuni licei cittadini. “Molti giovani non si interessano della politica”, ha detto ai ragazzi, “io vi dico di farlo perché la politica ha a che fare con il vostro Paese. E vi dico anche di fare domande: avete il diritto e il dovere di farle”.
La promessa è arrivata dal rappresentante dell’esecutivo in occasione della commemorazione annuale. Boldrini: “Come è possibile amare le istituzioni senza la verità?”. L’associazione familiari delle vittime: “Arrivare ai mandanti è possibile”
Risarcimento per i familiari delle vittime. Il ministro agli Affari regionali Graziano Delrio, l’atteso rappresentante del governo in Consiglio comunale a Bologna, ricorda la strage del 2 agosto 1980 con poche risposte, ma una promessa. “Contiamo di garantire nel prossimo Decreto sicurezza alcuni provvedimenti sui risarcimenti, i tempi potranno essere pochi mesi”. Una conferma a lungo attesa dall’Associazione dei familiari delle vittime affinché fosse pienamente applicabile la legge 206 del 2004. “Finalmente va a compimento un atto dovuto – ha aggiunto Delrio – un concreto riconoscimento per i parenti delle vittime e dei feriti“.
Laura Boldrini conquista Bologna
“Verità e giustizia per la strage alla stazione”. Lo urla, invece, il presidente della Camera, Laura Boldrini, davanti a più di 5mila persone riunite nel piazzale della stazione ferroviaria per commemorare la strage del 2 Agosto del 1980, accolta dagli applausi in un contesto dove in passato ci sono stati i fischi. “Non sono qui a offrire parole di circostanza. Sono qui per stare vicina alle vittime, ai sopravvissuti e all’intera comunità di Bologna”, spiega la terza carica dello Stato, “Solidarietà è una parola a cui ho dedicato molti anni della mia vita. La domanda di giustizia sale da tanti luoghi del nostro Paese i feriti della strategia del terrore: Milano, Portella della Ginestra, Palermo e ora Bologna. Non è un caso. Qui siamo ancora costretti a chiedere che sia rimosso ogni velo su quegli eventi. Chiediamo la cosa più semplice e vale anche per Bologna. Mandanti, burattinai, strateghi, quelli che hanno pensato alla carneficina”.
Video di Giulia Zaccariello
La Boldrini trascina la folla, raccoglie applausi ad ogni passaggio del suo discorso, dona quel qualcosa che mescola passione e impegno, dolore e memoria, che questa piazza chiede da anni alle istituzioni, sempre così lontane e mute, mai convintamente presenti sul palco della stazione: “Avevo 19 anni e quella mattina era a Bologna. Da studentessa marchigiana cercavo una stanza in affitto. Poi la bomba, le urla e infine il silenzio. Seguì il dolore dei bolognesi, il disorientamento. Eravamo troppo giovani per comprendere piazza Fontana, piazza della Loggia, l’Italicus”, continua, “ma poi i fatti successivi – il rapimento di Moro, Ustica e Bologna – ci portarono a forza dentro una dimensione che ha segnato la nostra vita. Questa incapacità di dirsi tutto, di dire la verità, sta alla base del disamore delle istituzioni. E allora come si fa a tornare ad innamorarsene? Ci vogliono chiarezza e trasparenza e solo in questo modo si avrà completa giustizia”.
Poi la chiosa sul disegno di destabilizzazione con la strategia della tensione: “Eversione neofascista, apparati dello Stato e certa politica hanno tentato di destabilizzare il paese perché temevano risposte di progresso e libertà. Questo faceva paura e allora bisognava creare paura, chiudere le stanze in cui si discutevano le tendenze libertarie”.
Bologna dedica le sue strade alle vittime della strage
E’ stato un lungo applauso quando il corteo è partito da piazza del Nettuno verso la stazione. I nomi delle vittime, stampati di cartoncino bianco plastificato, sono stati portati dai cittadini, come se a sfilare ci fossero anche quegli 85 uomini, donne e bambini che il 2 agosto 1980 morirono. Tra chi ha manifestato in questo modo, c’erano anche personaggi celebri, come Ivano Marescotti, per il quale l’antifascismo, il rifiuto del terrorismo stragista, si fa anche qui, in questo giorno”.
Questo anniversario, il 33esimo, è riuscito a compiere un’operazione nuova rispetto ai precedenti: ridare un’identità alle vittime togliendole dal contesto delle statistiche a cui erano state relegate. Dunque per un giorno una serie di vie del centro perdono la loro denominazione e assumono quella di chi morì nella strage. Ecco che così, grazie all’iniziativa dell’associazione Piantiamo La Memoria e di Mattia Fontanella, scorrendo lungo piazza delle Medaglie d’Oro, il piazzale che dà sulla stazione, si leggeranno sulle targhe via Angela Fresu, via Francesco Gomez Martinez, via Manuela Gallon, via Natalia Agostini, via Sonia Burri, via Mauro Di Vittorio, via Kai ed Eckhardt Mader, via Sergio Secci, via Vincenzina Sala. In questo modo, strada dopo strada, dal centro ai viali, le 85 vittime “hanno accompagnato” le persone che sfilavano. Con la promessa, confermata dal sindaco di Bologna Virginio Merola nei giorni scorsi, che in almeno sedici casi – e poi si proseguirà nel corso del tempo – l’intitolazione di una giornata diventerà definitiva.
Epifani in corteo. Bolognesi: “Indispensabile puntare ai mandanti”
Il segretario del Partito Democratico, Guglielmo Epifani, è rimasto sotto i portici di via Indipendenza preferendo rimandare le dichiarazioni politiche, comprese quelle legate alla stretta attualità, a un altro momento. È sotto il sole di Piazzale delle Medaglie d’Oro che, come da tradizione, prende la parola Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione vittime, che inizia sottolineando “il tristissimo calvario, l’ergastolo del valore deciso da altri” che i familiari dei morti e i sopravvissuti vivono da 33 anni. E ripercorrendo le sentenze che hanno condannato esecutori e depistatori, torna sulla ricerca dei mandanti e degli ispiratori politici della strage.
“Le memorie e gli atti che l’associazione ha presentato alla procura di Bologna”, dice Bolognesi, “ci raccontano una storia non solo di depistaggio, ma di pieno concorso alla strage. Pensiamo ad alcuni documenti di Gelli su movimenti di denaro da 10 milioni di dollari che seguono di poche settimane la bomba di Bologna. Soldi del Banco Ambrosiano” la cui analisi, interpolate con altre fonti documentali, conduce a tante organizzazioni, da Ordine Nuovo ad altri apparati di sicurezza rispetto a quelli già coinvolti nelle indagini fino alla mafia. “Ci sono stati poi personaggi a vocazione stragista”, ha aggiunto Bolognesi, “che hanno portato fino a oggi un depistaggio della memoria volto a un’assoluzione morale di chi invece è stato condannato. Oblio e mistificazione della realtà, fino a oggi, sono in carico sempre agli stessi”.
Virginio Merola, che ha preso la parola in piazza delle Medaglie d’Oro, ha esordito facendo un rifemento all’alta velocità e per questo una parte della folla ha indirizzato qualche fischio alla volta del sindaco di Bologna. La protesta è rientrata nel giro di poco e si è placata del tutto quando la parola è passata a Laura Boldrini.
di Davide Turrini e Antonella Beccaria
Il murales di Blu racconta una Bologna in versione “Signore degli Anelli”, durante uno scontro epocale. Un’occasione per parlare delle diverse anime della città.
La versione integrale audio su http://radio.rcdc.it/archives/occupym…
Le star della musica italiana preparano il grande concerto-omaggio a Dalla a un anno dalla morte. Lunedì da piazza Maggiore a Bologna, e in diretta su RaiUno. Il ricordo di Fiorello e di Pupi Avati
di GINO CASTALDO
Gianni Morandi e Lucio Dalla sul palco di Sanremo
ROMA – Il coro in onore di Lucio Dalla sta crescendo, giorno dopo giorno. Fiorello dalla sua edicola rievoca 4 marzo ’43, la canzone che segna indelebilmente il giorno della sua nascita (lunedì prossimo avrebbe compiuto settant’anni), Pupi Avati lo ricorda nell’autobiografia in uscita con un dialogo notturno e trasognato con l’aldilà che fa da contrappunto alla storia della sua vita, un’intera famiglia di musicisti (Morandi, Zucchero, Renato Zero, Negramaro, Fiorella Mannoia, Mengoni, Chiara, gli Stadio, Bersani, Ron, Luca Carboni, Bocelli, Gianna Nannini e Pino Daniele, e tanti altri) sta provando in queste ore a Bologna per montare la grande serata di lunedì in Piazza Maggiore (dalle 21.10 su RaiUno). A partire da Gianni Morandi che Lucio lo ha conosciuto addirittura nel 1963: “Lui suonava il clarinetto e io ero appena arrivato a Bologna da Monghidoro. In realtà la prima volta ci incontrammo a Taormina dove lui suonava coi Flipper, e durante le prove scoprì che ero bolognese, poi ci siamo rivisti allo stadio, da appassionati di calcio, e insieme seguimmo il Bologna per tutto l’anno seguente, che poi fu l’anno dello scudetto”.
E’ l’inizio di una grande amicizia, ma anche di una influenza sul percorso artistico. “Certo, aveva sentito qualche mia canzone ma era preso più che altro dal jazz, e mi regalò due dischi, uno di Miles Davis e Coltrane e uno di Ray Charles, io facevo fatica ad ascoltarli, allora mi disse: vengo io da te e li ascoltiamo insieme. E me li spiegava, io ero ancora lontano da certe cose. All’inizio sul palco faceva fatica, non era molto accettato, io invece andavo fortissimo, poi dopo dieci anni si è rivoltato tutto, io nel dimenticatoio e lui era esploso. Anni dopo avevo ripreso a cantare e mi disse: “ok fratello è arrivato il momento di fare una cosa insieme”, andammo in studio, senza alcuna idea precisa e cominciammo. Diventò un disco, poi uno spettacolo con cui abbiamo fatto il giro del mondo. Indimenticabile. L’ultima volta che ci siamo visti era allo stadio, ancora una volta a vedere il Bologna”.
Non sarà un caso che tutti quelli che parlano di Dalla, quelli che hanno lavorato con lui, rimarcano non solo il genio artistico ma anche la disponibilità, la generosità. Così lo ricorda Samuele Bersani, che nella serata di lunedì canterà Canzone (“L’ho scelta perché il testo l’avevo scritto io, e per di più l’ho scritto a trecento metri da Piazza maggiore”) oltre a proporre Cosa sarà, insieme a Ron e Luca Carboni. “Da Lucio ho imparato l’umiltà, nel senso più profondo del termine. La sensazione è che, per quanto fosse anche a volte un uomo difficile, era gigantesco come disponibilità e umiltà, si metteva a disposizione di tutti, era attratto dagli ultimi, e poi la semplicità con cui si poneva, magari aveva una grande autostima, però si prendeva in giro da solo. Non lo nascondo, è come se fosse morto uno che mi ha cambiato la traiettoria del destino”.
La stessa sensazione la ritroviamo nelle parole di Gaetano Curreri che col gruppo degli Stadio è stato per anni sul palco a fianco di Lucio: “Abbiamo scelto di fare il pezzo che rappresenta il nostro rapporto, L’ultima luna, era un pezzo in cui ci prendevamo spazio per improvvisare. Mi ricordo che una volta al bassista saltò una corda, e allora Lucio mi guardò e io partii con la tastiera a fare la linea di basso. Quel pezzo era figlio di un momento di collaborazione e di divertimento, dove Lucio si divertiva a far suonare il gruppo. Lo faremo con Paolo Fresu per ricordare l’amore di Lucio per il jazz, era uno dei suoi pezzi più visionari, e un omaggio alla nostra storia”.
Giuliano Sangiorgi ricorda l’ispirazione profonda che rappresentavano le canzoni di Dalla: “Per esempio una canzone come Ti è mai successo viene direttamente dalla scuola di Lucio, in particolare da Com’è profondo il mare. Ma la forza delle sue canzoni, l’essenza, era il rapporto tra testo e musica, senza distinzione tra il suono di una parola e quello che significava, è la magia di questa unione, la maniera di cantarla. Ho sempre avuto la sensazione di qualcosa di perfetto e di inspiegabile come succede sempre per i grandi. Noi canteremo Il cielo, una delle prime, una di quelle canzoni che esprimono quello che indica il suono, e varrebbe anche senza capire l’italiano, si capirebbe lo stesso. Quando è morto è come se fosse scomparso un familiare, anche se non c’era questo legame così stretto. Ma da lui c’era sempre un punto di vista che non ti aspetti, quasi cinematografico, odori e profumi espressi con la voce”.
Pur avendo scritto il più grande successo commerciale di Dalla, ovvero Attenti al lupo, Ron proporrà a sorpresa una canzone meravigliosa e difficile, Henna: “Perché l’ho sempre amata. Quando me la fece sentire rimasi di merda, ci vedevo dentro tutto Lucio, anche quello bambino, l’amore per i cani, tutto, anche se il testo era drammatico e veniva dai sentori di guerra, ma dire: “il dolore ci cambierà, e l’amore ci salverà” solo a pensarlo mi emoziona. Di Lucio mi manca la sorpresa, la capacità di mettersi in gioco sempre. Era importante, era un esempio per tutti”.
La pagella finale | Affari e lavoro | Servizi ambiente salute | Popolazione | Ordine pubblico | Tempo libero | ||||
Pos | Diff. pos. | Provincia | Punti | Tenore di vita | |||||
1 | 1 | Bolzano | 626 | 26 | 3 | 22 | 33 | 4 | 3 |
2 | 6 | Siena | 616 | 24 | 28 | 41 | 2 | 17 | 2 |
3 | 3 | Trento | 604 | 19 | 17 | 14 | 3 | 9 | 20 |
4 | 7 | Rimini | 589 | 62 | 19 | 24 | 38 | 93 | 1 |
5 | -1 | Trieste | 586 | 2 | 16 | 6 | 30 | 32 | 16 |
6 | 7 | Parma | 586 | 12 | 7 | 8 | 7 | 87 | 9 |
7 | -4 | Belluno | 584 | 3 | 61 | 62 | 19 | 2 | 53 |
8 | -3 | Ravenna | 581 | 36 | 4 | 3 | 22 | 89 | 18 |
9 | 1 | Aosta | 581 | 11 | 40 | 28 | 5 | 19 | 10 |
10 | -9 | Bologna | 577 | 8 | 12 | 1 | 20 | 97 | 21 |
11 | 4 | Reggio Emilia | 576 | 32 | 2 | 7 | 8 | 36 | 63 |
12 | 4 | Piacenza | 575 | 13 | 25 | 45 | 1 | 43 | 37 |
13 | 9 | Modena | 569 | 18 | 10 | 19 | 8 | 53 | 30 |
14 | 10 | Verona | 565 | 6 | 30 | 52 | 18 | 30 | 24 |
15 | 5 | Cuneo | 565 | 41 | 1 | 19 | 25 | 35 | 62 |
16 | 2 | Udine | 564 | 32 | 18 | 38 | 53 | 16 | 11 |
17 | 2 | Milano | 564 | 1 | 13 | 4 | 71 | 105 | 26 |
18 | -11 | Firenze | 563 | 44 | 22 | 16 | 27 | 75 | 7 |
19 | 9 | Arezzo | 561 | 54 | 6 | 34 | 6 | 40 | 37 |
20 | -11 | Sondrio | 560 | 28 | 32 | 5 | 49 | 11 | 55 |
21 | 2 | Roma | 557 | 10 | 19 | 33 | 34 | 103 | 4 |
22 | -5 | Treviso | 556 | 4 | 42 | 72 | 26 | 10 | 42 |
23 | 7 | Pesaro Urbino | 553 | 68 | 34 | 51 | 22 | 13 | 23 |
24 | 31 | Savona | 551 | 35 | 9 | 53 | 59 | 83 | 6 |
25 | -13 | Forlì Cesena | 550 | 26 | 38 | 19 | 4 | 101 | 28 |
26 | 6 | Brescia | 549 | 36 | 5 | 54 | 12 | 96 | 35 |
27 | -6 | Vicenza | 547 | 30 | 15 | 56 | 28 | 22 | 46 |
28 | 5 | Grosseto | 546 | 54 | 34 | 71 | 14 | 29 | 16 |
29 | 9 | Macerata | 544 | 57 | 47 | 40 | 10 | 50 | 22 |
30 | -16 | Livorno | 544 | 24 | 23 | 11 | 95 | 80 | 8 |
31 | 11 | Pisa | 542 | 53 | 27 | 9 | 38 | 103 | 15 |
32 | -6 | Pordenone | 541 | 32 | 50 | 46 | 32 | 6 | 73 |
33 | -6 | Lucca | 541 | 46 | 25 | 1 | 94 | 73 | 26 |
34 | 3 | Mantova | 541 | 40 | 10 | 31 | 24 | 64 | 55 |
35 | 12 | Prato | 536 | 21 | 8 | 36 | 11 | 106 | 57 |
36 | 14 | Como | 536 | 38 | 37 | 10 | 68 | 23 | 59 |
37 | -1 | Bergamo | 534 | 44 | 14 | 15 | 36 | 94 | 48 |
38 | 1 | Verbano C. O. | 533 | 61 | 64 | 12 | 88 | 7 | 52 |
39 | -4 | Venezia | 531 | 65 | 57 | 46 | 54 | 65 | 5 |
40 | 1 | Padova | 531 | 28 | 33 | 37 | 40 | 58 | 45 |
41 | 8 | Ancona | 530 | 47 | 58 | 24 | 37 | 56 | 32 |
42 | -11 | Perugia | 530 | 71 | 63 | 41 | 12 | 68 | 14 |
43 | 8 | Torino | 529 | 13 | 41 | 17 | 54 | 102 | 33 |
44 | -15 | Gorizia | 529 | 17 | 68 | 22 | 80 | 41 | 30 |
45 | 7 | La Spezia | 529 | 50 | 58 | 18 | 82 | 21 | 36 |
46 | 7 | Asti | 526 | 38 | 29 | 58 | 15 | 31 | 75 |
47 | -22 | Genova | 526 | 47 | 50 | 26 | 66 | 72 | 25 |
48 | -2 | Terni | 525 | 68 | 38 | 59 | 30 | 32 | 39 |
49 | -5 | Ferrara | 518 | 42 | 56 | 41 | 63 | 34 | 51 |
50 | 22 | Ascoli Piceno | 516 | 66 | 73 | 65 | 85 | 5 | 41 |
51 | -8 | Cremona | 515 | 42 | 23 | 46 | 44 | 62 | 63 |
52 | 6 | Pistoia | 514 | 60 | 31 | 34 | 72 | 69 | 40 |
53 | 10 | Nuoro | 514 | 71 | 55 | 39 | 45 | 42 | 43 |
54 | 2 | Biella | 513 | 13 | 65 | 32 | 77 | 36 | 61 |
55 | 13 | Rovigo | 512 | 22 | 43 | 90 | 68 | 12 | 65 |
56 | 6 | Massa Carrara | 511 | 31 | 62 | 65 | 85 | 39 | 34 |
57 | -17 | Lecco | 508 | 5 | 43 | 13 | 54 | 80 | 94 |
58 | 1 | Vercelli | 507 | 7 | 53 | 64 | 65 | 46 | 66 |
59 | -5 | Oristano | 506 | 87 | 105 | 54 | 101 | 1 | 88 |
60 | -3 | Alessandria | 504 | 23 | 52 | 68 | 47 | 79 | 54 |
61 | -1 | Imperia | 504 | 78 | 45 | 69 | 58 | 94 | 13 |
62 | 7 | Teramo | 503 | 52 | 60 | 73 | 28 | 65 | 49 |
63 | -15 | Novara | 502 | 16 | 53 | 61 | 61 | 99 | 47 |
64 | 2 | Pavia | 501 | 20 | 48 | 60 | 42 | 76 | 74 |
65 | -1 | Chieti | 501 | 59 | 46 | 63 | 62 | 55 | 58 |
66 | -32 | Varese | 499 | 9 | 69 | 29 | 74 | 82 | 69 |
67 | -22 | Olbia Tempio | 499 | 67 | 49 | 69 | 91 | 85 | 18 |
68 | -3 | Ogliastra | 498 | 70 | 67 | 46 | 45 | 36 | 68 |
69 | -2 | Lodi | 491 | 49 | 19 | 50 | 49 | 62 | 99 |
70 | -9 | Sassari | 487 | 74 | 66 | 27 | 84 | 100 | 44 |
71 | 0 | Viterbo | 487 | 73 | 70 | 77 | 21 | 48 | 67 |
72 | 1 | Pescara | 483 | 58 | 71 | 75 | 74 | 97 | 29 |
73 | 1 | Cagliari | 480 | 63 | 76 | 44 | 105 | 78 | 12 |
74 | -4 | L’Aquila | 478 | 63 | 81 | 98 | 16 | 47 | 60 |
75 | 0 | Rieti | 473 | 80 | 77 | 86 | 17 | 24 | 85 |
76 | 0 | Potenza | 451 | 100 | 100 | 82 | 43 | 13 | 84 |
77 | 1 | Matera | 450 | 86 | 101 | 91 | 63 | 7 | 96 |
78 | 5 | Catanzaro | 448 | 82 | 88 | 102 | 57 | 18 | 91 |
79 | 1 | Crotone | 447 | 102 | 84 | 107 | 59 | 3 | 105 |
80 | -3 | Campobasso | 447 | 83 | 82 | 89 | 48 | 59 | 80 |
81 | 6 | Ragusa | 447 | 87 | 72 | 77 | 67 | 69 | 85 |
82 | -3 | Latina | 446 | 78 | 75 | 100 | 72 | 107 | 49 |
83 | 14 | Benevento | 445 | 96 | 84 | 83 | 70 | 50 | 72 |
84 | 2 | Medio Campidano | 445 | 50 | 79 | 29 | 106 | 60 | 90 |
85 | 5 | Carbonia Iglesias | 445 | 54 | 83 | 57 | 107 | 60 | 71 |
86 | -2 | Frosinone | 443 | 75 | 74 | 97 | 92 | 45 | 82 |
87 | 12 | Enna | 438 | 97 | 94 | 85 | 41 | 19 | 102 |
88 | -7 | Siracusa | 438 | 91 | 34 | 87 | 99 | 56 | 95 |
89 | -7 | Isernia | 438 | 77 | 88 | 105 | 34 | 15 | 106 |
90 | 6 | Catania | 429 | 80 | 91 | 79 | 98 | 87 | 77 |
91 | -6 | Lecce | 424 | 104 | 96 | 74 | 96 | 67 | 69 |
92 | 2 | Reggio Calabria | 424 | 100 | 106 | 103 | 49 | 28 | 87 |
93 | -1 | Avellino | 423 | 85 | 96 | 95 | 81 | 50 | 92 |
94 | -5 | Messina | 423 | 92 | 98 | 104 | 90 | 26 | 81 |
95 | 6 | Agrigento | 421 | 98 | 106 | 80 | 79 | 27 | 103 |
96 | -3 | Cosenza | 420 | 95 | 102 | 99 | 83 | 25 | 93 |
97 | -2 | Salerno | 418 | 106 | 80 | 92 | 85 | 83 | 79 |
98 | 6 | Caserta | 414 | 93 | 92 | 93 | 78 | 69 | 98 |
99 | 3 | Palermo | 414 | 99 | 103 | 87 | 93 | 90 | 75 |
100 | -2 | Bari | 412 | 105 | 87 | 75 | 103 | 49 | 82 |
101 | 6 | Foggia | 412 | 103 | 77 | 101 | 76 | 92 | 88 |
102 | -11 | Vibo Valentia | 412 | 89 | 104 | 106 | 52 | 44 | 100 |
103 | 0 | Trapani | 411 | 76 | 86 | 96 | 97 | 77 | 101 |
104 | -16 | Brindisi | 410 | 90 | 90 | 67 | 102 | 85 | 97 |
105 | 1 | Caltanissetta | 405 | 84 | 98 | 81 | 88 | 74 | 107 |
106 | -1 | Napoli | 405 | 107 | 93 | 84 | 100 | 90 | 78 |
107 | -7 | Taranto | 391 | 94 | 95 | 94 | 103 | 54 | 104 |
«… è un mondo di divise, e il fatto di contrapporre le divise del ventennio non significa altro che mettere in discussione le divise. Il punto dei Disciplinatha è dire “Ok, noi siamo i fascisti, il male assoluto, questo non si discute. Bene, noi dalla merda giudichiamo voi che siete i buoni”. A questo punto ti rendi conto che sono tutti in divisa. Sono in divisa i punk, e guai a chi sgarra, sono in divisa i paninari, lo sono anche quelli con la kefiah. Erano tutti in divisa, e allora anche noi vogliamo le divise…». Dario Parisini, chitarrista dei Disciplinatha, circa la scelta di adottare un’iconografia che si richiamava al ventennio fascista.
Fonte: Il Fatto QUotidiano
di Ermanno Forte
Dal torinese Balòn al romanissimo Porta Portese, i mercati rionali e gli storici appuntamenti dedicati all’usato sembrano offrire una valida alternativa a chi cerca occasioni di risparmio. I luoghi storici
MILANO: Tra le decine di mercati rionali della città, uno dei più famosi e forse più frequentati è quello del sabato in viale Papiniano. Lì vicino, lungo le rive della Darsena, c’è la vera e propria fiera di Sant’Agostino o Fiera di Sinigallia, mercato che da diversi anni è diventato un luogo di ritrovo per il ‘popolo alternativo milanese’. La Fiera è divisa in due parti: nella prima si vendono oggetti etnici, vestiti (soprattutto usati) e mercanzia elettronica, nell’altra le immancabili biciclette. Sul sito http://www.survivemilano.it i milanesi segnalano diversi mercatini convenienti e ben forniti: per esempio, quello di Via Garigliano, molto apprezzato per le bancarelle di abiti usati, e quello del venerdì in zona Porta Romana.
BOLOGNA: Gli anni passano ma il centro dell’offerta ambulante del capoluogo emiliano resta senza ombra di dubbio la Piazzola, il mercato settimanale allestito nel parco della Montagnola e in piazza VIII agosto. Nelle oltre 400 bancarelle si vende il mondo intero, a prezzi spesso stracciati: lampade, scarpe, giacche, vestiti usati e non, accessori, fiori, pentole, lenzuola. Diversi i mercati per gli amanti dell’antiquariato e degli oggetti da collezionare; ecco (http://www.bolognawelcome.com/guida-turistica/indice-completo/params/Ambiente_4/Famiglia_4.02/Sottofamiglia_4.02.03b/ref/Mercati%20cittadini )la lista dei mercatini meglio forniti.
FIRENZE: E’ in pieno centro storico il mercato più noto della città, quello di San Lorenzo, che si estende dalla piazza omonima fino a via dell’Ariento. Tanti i banchi che offrono vestiti, soprattutto articoli in pelle. Ma il tempio dei venditori ambulanti di Firenze è senza dubbio quello che prende corpo il martedì mattina, al Parco delle Cascine, dove ogni settimana viene allestito un mercato fornitissimo e conveniente. Accanto a bancarelle di scarpe, vestiti, alimentari, c’è anche chi vende elettrodomestici oppure oggetti d’antiquariato di ogni tipo e prezzo.
ROMA: Chi esce di casa nella capitale alla ricerca esclusiva di scarpe e capi d’abbigliamento economici, magari usati, e vuole andare sul sicuro, è molto probabile che raggiungerà il mercato storico di Via Sannio, a San Giovanni. Enorme è la quantità di calzature in vendita, così come di vestiti, soprattutto in pelle. Ma, nonostante in giro si senta sempre più spesso la frase ‘non è più quello di una volta’, il mercato di Porta Portese resta il più grande, famoso, fornito e frequentato di Roma. Dagli accessori per la cucina alle piante, dagli abiti nuovi e usati a binocoli e macchine fotografiche vendute da ‘mercatari’ russi, passando per borse e oggetti d’artigianato.