Va allentandosi la tensione dopo una giornata difficilissima, con centri cittadini, strade e ferrovie bloccate da autotrasportatori, commercianti e piccoli imprenditori. Nel capoluogo piemontese 14 i feriti tra le forze dell’ordine e un giovane arrestato, a Roma denunciati 11 militanti di destra. Alfano: “Faremo valere la forza dello Stato”Gli scontri a Torino (ansa)
ROMA – “Facciamo un presidio fino a quando servirà. Il 9 dicembre l’Italia si ferma: lo dobbiamo ai nostri figli”. Con questo slogan il Coordinamento 9 dicembre ha promosso manifestazioni di protesta lungo la Penisola, concretizzatesi in blocchi a strade, ferrovie e centri cittadini che vengono rimossi col passare delle ore. La situazione più difficile a Torino, dove dietro il cosiddetto “Movimento dei forconi”, in origine espressione della rabbia degli agricoltori e allevatori che si sono sentiti abbandonati dalle istituzioni, la protesta ha unito anche venditori ambulanti, camionisti, precari, studenti, disoccupati, immigrati e persino ultras delle curve calcistiche ed estremisti di destra.
Solo in serata sono state sgombrate le barriere erette con i cassonetti nelle strade del centro e liberata la tangenziale. Si segnalano inoltre 14 feriti tra le forze dell’ordine. Si tratta di un vice questore aggiunto della polizia, di 8 operatori in forza ai reparti mobili della polizia di Bologna e di Padova e di 5 militari dell’Arma dei carabinieri. Per i tafferugli in centro è stato arrestato un 19enne, accusato di resistenza, violenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato. Sono in corso le indagini della Digos per identificare gli altri responsabili delle violenze.
Sempre a Torino il portavoce del movimento, Andrea Zunino, pur prendendo le distanze dalle violenze, annuncia che la protesta andrà a oltranza con i tre presidi di piazza Castello, piazza Derna e piazza Pitagora. “Vogliamo dire basta a quello che non va bene, vogliamo che il governo si dimetta. Non ci interessa un tavolo, se ne devono andare. Noi siamo responsabili delle nostre azioni, si persegua chi ha comportamenti incivili”.
Dal governo, il commento del ministro del lavoro Enrico Giovannini a margine del Consiglio Ue affari sociali: “Il dialogo, se non è basato su un approccio duro o se è un approccio che ha portato addirittura ad atti di violenza, può aiutare a trovare le misure più efficaci. Tutto il governo dal suo insediamento è stato molto aperto al dialogo con le parti sociali a tutti i livelli e speriamo che questo possa continuare”.
Torino, la cronaca. I manifestanti sono entrati nella stazione di Porta Nuova, dove hanno occupato per circa mezz’ora i binari, e Porta Susa. Qui l’occupazione è durata circa un’ora. Le corse di treni ritardate o cancellate sono state 17: 1 Frecciarossa, 2 Frecciabianca e 14 regionali che hanno fatto capolinea nelle stazioni di Torino Stura, Lingotto e Collegno.
Alcune persone si sono radunate di fronte alla sede di Equitalia mentre alcuni ultras hanno aggredito due fotografi e un cameraman in via Venti Settembre. Molti avevano il volto coperto e hanno urlato insulti all’indirizzo di cronisti e operatori tv. In centro, sono stati lanciati numerosi lacrimogeni e la polizia ha cercato di contenere i manifestanti arretrando i cordoni. Il famoso bar Caval D’ Brons è stato costretto ad abbassare le serrande, mentre la postazione mobile di Sky, che era posteggiata da questa mattina di fronte alla sede della giunta regionale, è stata distrutta a calci dai dimostranti. Di fronte a Palazzo Madama sono state costruite barricate con cassonetti di rifiuti spaccati a metà e poi dati alle fiamme.
Dopo circa un’ora di guerriglia è tornata la calma, ma nel pomeriggio gruppi di manifestanti hanno creato gravissimi disagi al traffico in piazza Statuto. Fermi sulle strisce pedonali in vari punti, hanno creato un ingorgo sulla grande rotatoria che va al rondò della Forca e anche in corso San Martino, dove automobili e bus provenienti da e diretti a Porta Susa sono fermi e incolonnati sulla strada, con proteste e l’incessante suono dei clacson. Davanti al Comune sono arrivati anche i rifugiati dell’ex Moi accompagnati da alcuni esponenti del centro sociale Askatasuna. Il presidio permane. La gente grida insulti contro il sindaco Piero Fassino.
I responsabili del movimento dei forconi si sono presentati su un furgone chiedendo “un applauso per la polizia” e alcune centinaia di persone hanno applaudito. “Siamo qui per manifestare in modo pacifico, per rivendicare i nostri diritti di cittadini” hanno scandito da un altoparlante. Alcuni agenti delle forze dell’ordine si sono levati il casco e al loro indirizzo sono partiti gli applausi.
Il gesto è stato commentato dal leader del Movimento 5 stelle, Beppe Grillo, sul suo blog: ”Poco fa a Torino, porta Susa, dei poliziotti in piazza si sono tolti il casco per solidarietà al grido dei manifestanti ”siete come noi” ”bravi ragazzi!”. Dopo poco la scena si è ripetuta, questa volta protagonista la guardia di finanza. Sono i gesti di cui abbiamo bisogno. Le forze dell’ordine provengono dal popolo di cui fanno parte”.
La Questura ha poi diramato una nota per spiegare che gli agenti si sono tolti il casco perché “erano venute meno le esigenze operative che ne avevano imposto l’utilizzo”, escludendo che il gesto fosse riconducibile a forme di condivisione della protesta.
Versione sposata dal sindacato di polizia Siap, che attraverso il segretario provinciale torinese respinge “ogni tipo di strumentalizzazione”. Ma Felice Romano, segretario generale del sindacato di polizia Siulp, conferma invece l’interpretazione del gesto come “segno di manifesta solidarietà e totale condivisione delle ragioni a base della protesta odierna” contro “i palazzi, gli apparati, e la stessa politica ormai lontani dai problemi reali dei cittadini”.
In serata sono stati infine rimossi con l’intervento della forza pubblica i blocchi stradali che paralizzavano la viabilità nel centro. In particolare, in corso Regina angolo corso Principe Eugenio (Rondò della Forca), in corso Regina angolo via Rossini e in corso Regina angolo via Ariosto. Liberata anche la tangenziale, tra gli svincoli di Orbassano e Sito, dove una cinquantina di persone è stata allontanata dalla sede stradale.
Alfano: “Proteste legittime se rispettano le leggi”. “Le proteste in Italia sono legittime se rispettano le leggi. Impediremo che vengano violate le leggi e faremo valere la forza dello Stato. Saremo al contempo comprensivi rispetto a proteste che siano dentro i limiti dell’ordine e delle leggi dello Stato”, ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. “Ogni manifestazione si deve svolgere nella legalità”, ha detto poi Matteo Renzi, neo segretario del Pd, nel corso di una conferenza stampa nella sede del partito.
Andrea Zunino, portavoce del Coordinamento 9 dicembre, promotore della protesta, prende le distanze dalle violenze: “È un manipolo di giovani aggressivi e violenti che poco c’entrano con la manifestazione che è stata del tutto pacifica – ha detto -. Noi vogliamo rispettare le regole con un minimo impatto sulla vita dei cittadini e coordinandoci con la Digos. Non siamo noi che provochiamo disordini, abbiamo fatto tutto con ordine addirittura pulendo le strade che sporchiamo”.
A Roma, sono stati denunciati per manifestazione non autorizzata undici giovani fermati nel pomeriggio dopo il lancio di petardi e fumogeni davanti alla sede della Regione Lazio. Si tratta di militanti della destra romana sia aderenti al Movimento sociale europeo che a La Destra. Tra i denunciati anche Giuliano Castellino, dirigente de La destra romana. Secondo gli investigatori, il gruppo di ragazzi sono anche i responsabili di una manifestazione improvvisata a largo Fochetti, davanti alla sede di Repubblica, e in via Tuscolana, davanti alla Banca d’Italia. Nella notte cinque militanti del movimento politico di estrema destra Forza Nuova erano già stati fermati dagli agenti della questura di Roma e della polizia stradale mentre sul grande raccordo anulare cercavano il presidio dei forconi. Intanto, il presidio a Piazzale dei Partigiani andrà avanti ad oltranza, annunciano gli organizzatori, “almeno fino a quando dalle istituzioni non arriveranno i primi segnali drastici di cambiamento”.
DOSSIER
In Veneto il traffico si avvia alla normalità dopo una giornata molto calda. Il casello di Soave (Verona) è stato riaperto sia in entrata che in uscita, anche se permangono rallentamenti. A Montecchio, nel vicentino, l’uscita della A4 rimane chiusa, mentre è stata sbloccata l’entrata. Traffico in difficoltà sulla stessa arteria all’altezza di Vicenza ovest, in particolare lungo l’innesto con la tangenziale sud, e a Ponte di Barbarano, dove si segnalano rallentamenti sulla strada che porta al capoluogo berico. Risolto invece il blocco dei manifestanti a Montebello.
Permangono rallentamenti sulla A13 all’uscita di Padova zona industriale e lungo Corso Stati Uniti, sulla statale 53 a Cittadella vi sono ancora due chilometri di coda e rallentamenti sono segnalati a Treviso sud, a Resana e sul Ponte della Priula. A Vicenza la tangenziale cittadina è rimasta a lungo paralizzata con centinaia di automobili bloccate nelle gallerie dei Berici. A Venezia rallentamenti tra Mestre e il capoluogo per un presidio all’altezza della Fincantieri a Marghera.
Nel milanese, circa 200 manifestanti stanno bloccando il traffico sulla rotonda “R1” e sulla rotonda “R2” di Mazzo di Rho, provocando lunghe code sulla tangenziale che – secondo fonti delle forze dell’ordine – arrivano ormai fino a Rozzano, a una ventina di chilometri di distanza. I centralini delle forze dell’ordine segnalano numerosissime chiamate di automobilisti inferociti. I manifestanti hanno piantato tende per trascorrere la notte presso il presidio di Mazzo di Rho.
A Milano è stata presa di mira Equitalia. Un centinaio di manifestanti del Comitato 9 dicembre si è recato prima davanti alla sede dell’ente e poi davanti alla Regione Lombardia. Non si segnalano blocchi, ma solo alcuni presidi. Tra quelli segnalati, ad Arese, nei pressi dei cancelli dell’ex Alfa Romeo, Rho e Pero, nei pressi elle Fiera, e agli svincoli autostradali di Assago, Molino Dorino, Monza (sede di Equitalia e Palaiper).
A Genova la manifestazione si è conclusa nel tardo pomeriggio, ma un gruppo di partecipanti ha deciso di trascorrere la notte in piazza De Ferrari in una tenda. Un portavoce ha annunciato che domani la protesta riprenderà e ha invitato i sostenitori a ritrovarsi nella stessa piazza a partire dalle otto del mattino portando camion e furgoni. Durante la giornata sono stati bloccati e poi liberati il casello autostradale di Bolzaneto, la stazione di Genova Brignole, i binari ferroviari della stazione di Imperia Oneglia, in cui sono incappati 87 treni. Il passaggio in sicurezza dei convogli è potuto riprendere solo dopo le necessarie verifiche tecniche sull’integrità dell’infrastruttura. La circolazione sta gradualmente tornando alla normalità.
A Savona, una nave da crociera parte con tre ore di ritardo perché i crocieristi sono stati costretti a percorrere a piedi il tratto di Aurelia dopo che sono stati bloccati in pullman dai manifestanti mentre erano diretti al terminal passeggeri.
Circolazione difficile a Firenze, dove i manifestanti hanno bloccato i viali. Circa duecento persone con striscioni e cartelli, distribuendo volantini, hanno creato problemi al traffico, nella zona della Fortezza da Basso, provocando code. A Parma, invece, la protesta ha interessato il casello della A1.
A Bologna, presidio in Piazza Maggiore fino alle 22 di questa sera, dopo una giornata di corteo lungo le vie del centro. Domani, nella stessa piazza si rincontreranno alle 10,30 per marciare e bloccare ancora una volta il traffico cittadino. Una manifestazione poco organizzata e con numerosi contrasti interni dove, tra studenti, lavoratori e disoccupati sono stati visti anche alcuni volti noti della destra estrema bolognese. Le persone si sono incontrate in mattinata davanti alla sede di Equitalia in via Tiarini. Poi hanno bloccato il traffico sui viali all’altezza della stazione e in altri punti della città. Prima di arrivare in piazza Maggiore – tra gli obiettivi non realizzati, l’interruzione del consiglio comunale – il corteo si è anche diretto verso la sede della Regione, con l’obiettivo di bloccare la tangenziale, ma è stato fermato in via Ferrarese dalle forze dell’Ordine in assetto antisommossa.
Nel resto dell’Emilia Romagna, bloccata per due ore e mezza, dalle 14,20 alle 16,50, l’uscita di Modena Nord lungo l’autostrada A1. Disagi in centro a Reggio Emilia per la marcia di circa 200 persone dell’ordine sono tornati indietro. Non si sono registrati disordini o episodi di violenza.
Presidiano i caselli autostradali di San Benedetto del Tronto, Porto San Giorgio e Civitanova Marche, e ad Ancona manifestano con striscioni e cartelli contro il Governo, le tasse e l’Europa, i militanti marchigiani del movimento dei Forconi. Per ora protesta si svolge senza incidenti né particolari disagi per il traffico. Del gruppetto di manifestanti, tutti in giubbotto nero con un nastro tricolore al braccio, fanno parte diversi disoccupati e precari.
Proteste anche in Umbria. A Perugia decine di persone sono partite dalla stazione di Fontivegge per poi raggiungere il centro storico. Il corteo, aperto da uno striscione con la scritta “Il popolo italiano si ribella”, ha anche brevemente sostato a ridosso di palazzo Cesaroni dove si svolge un incontro sulla sicurezza negli stadi con il ministro Angelino Alfano e il capo della polizia Alessandro Pansa.
Situazione abbastanza tranquilla anche a Napoli e provincia. In città, in piazza Carlo III, una decina di persone ha esposto alcuni striscioni mentre in periferia, nel quartiere di Pianura, in via Montagna Spaccata – rotonda Giustino Fortunato, alcuni cittadini stanno effettuando un volantinaggio. Presidi anche in provincia: una ventina di persone a Quarto, in via Montagna Spaccata incrocio via Masullo, e una quarantina sono presenti a Pozzuoli, in via Aldo Moro. Presidi che, al momento, non sono sfociati in blocchi stradali, ma stanno comunque avendo forti ripercussioni sul traffico.
A Bari e in Puglia sono tre i principali presidi attivi sulle strade che, anche in serata, stanno provocando forti rallentamenti. Circa 150 persone e una decina di automezzi sono presenti sulla provinciale 231 a Corato, 80-100 persone con diversi automezzi si trovano sulla tangenziale di Bari, tra Carrassi e Poggiofranco, una quarantina di manifestanti provocano disagi a chi transita sulla statale 16 nei pressi di Carapelle (Foggia). In serata è stato rimosso il blocco al traffico ferroviario della Ferrotramviaria ad Andria, nel nord barese, dove da stamani è attivo un presidio a cui partecipano circa 200 persone.
Riaperto al traffico lo svincolo di Battipaglia al km 23,000 dell’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, chiuso stamattina a causa della manifestazione degli autotrasportatori.
In Calabria la polizia stradale segnala solo un presidio simbolico allo svincolo di Cosenza Nord, sull’A3, senza disagi. Nessun presidio è stato attuato a Villa San Giovanni, come era stato, invece, comunicato in precedenza, mentre è stato tolto il presidio promosso da Casa Pound nella zona di Lamezia Terme, dove erano state segnalate code sulla strada statale “Due Mari” che collega Catanzaro all’A3.
Confermata la linea annunciata dai forconi a Catania: sciopero articolato con presidi, ma nessun blocco del traffico. E così in quello che negli anni scorsi è stata la sede del ‘simbolo’ della protesta del movimento degli autotrasportatori, il casello di San Gregorio dell’autostrada A18 Messina-Catania, non c’è stata la paralisi. Un picchetto di una decina di manifestanti ha trascorso la notte sul posto e ha effettuato soltanto un volantinaggio. La zona è presidiata da ieri sera dalle forze dell’ordine. La Questura di Catania ha accolto la richiesta del movimento dei forconi e ha autorizzato manifestazioni e incontri in piazza Università.
A Palermo, momenti di tensione si sono verificati in via Ernesto Basile, quando i manifestanti hanno bloccato la circolazione stradale. Gli agenti di polizia, in assetto antisommossa, sono intervenuti per fare sgomberare la carreggiata e consentire il regolare scorrimento del traffico. I poliziotti hanno sospinto sui marciapiedi i manifestanti. Anche nel resto della Sicilia al momento non si segnalano blocchi.
Gli autotrasportatori della Sardegna aderenti al “TrasportoUnito” manifestano al porto di Cagliari e sulla strada statale 131 all’altezza di Sardara (Medio Campidano). Un piccolo gruppo di manifestanti distribuisce volantini al porto, mentre un’altra quarantina di autotrasportatori con alcuni mezzi pesanti sta rallentando il traffico sulla Carlo Felice, ma senza particolari disagi per gli automobilisti. Nel frattempo si tiene anche il presidio del Movimento AntiEquitalia davanti all’Agenzia delle entrate, fra via Vesalio e via Pintus a Cagliari.
Garante scioperi: “Tolleranza zero”. Non ha dubbi il Garante degli scioperi, Roberto Alesse: “Sul versante delle nostre competenze, il principio che sarà applicato quello della tolleranza zero”. Secondo Alesse, “tutto quello che sta avvenendo su scala nazionale ci fa capire che il Paese corre il rischio di scivolare lungo un crinale pericoloso che vede il disagio sociale riversarsi, sempre di più, sul piano del mancato funzionamento dei servizi pubblici essenziali. Le risposte sono, oggettivamente, ancora deboli e poco efficaci, nonostante gli sforzi che si stanno compiendo sul versante governativo”.
Pericolo infiltrazioni. “Qui prometto che i primi poliziotti saremo noi”: lo garantisce Mariano Ferro, leader del movimento dei Forconi. “Saremo noi per primi a difenderci da eventuali infiltrati. Ho paura, io per primo ho paura perché le infiltrazioni mafiose, le infiltrazioni di estremisti di destra o di sinistra non ci fanno bene, fanno un favore al sistema”, ha aggiunto. Poi ha ammesso: “Purtroppo, però, ci sono. A questi penseranno le forze dell’ordine. Ha ragione il Viminale a dire stiamo attenti. Ma noi saremo i primi a punirli severamente allontanandoli dai presidi”.
Associazione Italiana Trasportatori: in piazza anche fino a Natale. “Se il governo non ci ascolta la protesta andrà avanti a oltranza”. Così Salvatore bella, presidente dell’associazione italiana trasportatori e uno dei leader delle manifestazioni che stanno bloccando l’Italia, ad affaritaliani.It. “Abbiamo più di cento presidi in tutta Italia. Se non ci ricevono resteremo in piazza fino a Natale. Ufficialmente la protesta è di cinque giorni, però noi abbiamo chiesto al governo di essere ricevuti. Devono ascoltarci. Purtroppo il governo sta ascoltando le persone sbagliate e inasprisce la protesta”.
Assotir si dissocia. “Quella in corso non è l’iniziativa dell’autotrasporto, non ne interpreta le esigenze e non ne condivide gli obiettivi, soprattutto non ne rappresenta il carattere sinceramente democratico”. E’ la sigla Assotir ad affermarlo in una nota.
Trigilia: “Necessari interventi antirecessivi”. “Il Paese è stremato da anni di sacrifici e austerità che si sono resi necessari perchè troppo a lungo non si sono affrontati i problemi, anche quando le condizioni erano migliori. Ora nella situazione in cui siamo, la finanza pubblica è molto costretta ed è difficile fare interventi anche decisivi”: il ministro per la coesione territoriale Carlo Trigilia, oggi a Torino, dà ragione alla popolazione, stremata dai sacrifici. “Il punto però è che, al di là delle protesta, se non si riescono a mettere in campo interventi antirecessivi che aiutino il Paese a riprendersi, che sostengano domanda ed export, non usciremo dalla più grande crisi dal secondo dopoguerra”.