L’astrofisica si è spenta a Trieste per problemi cardiaci. Atea convinta, è stata la prima donna a dirigere un osservatorio astronomico nel nostro Paese, ha svolto un’importante attività di divulgazione e ha dato un considerevole contributo nella ricerca sugli astri. Ma è celebre anche per il suo impegno politico
TRIESTE – C’è già chi parla di una stella in più in cielo, chi la immagina intenta a convincere Dio a diventare ateo: stanotte è morta, a Trieste, Margherita Hack. Aveva compiuto da pochi giorni, il 12 giugno, 91 anni.
Nata a Firenze, era considerata una delle astrofisiche italiane più importanti e una “madre nobile” della divulgazione scientifica in Italia. La Hack è stata la prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia e ha dato un forte contributo alla ricerca per lo studio e la classificazione spettrale di molte categorie di stelle. Hack era membro dell’Accademia dei Lincei, dell’Unione Internazionale Astronomi e della Royal Astronomical Society.
“Non condivido proprio i provvedimenti di Profumo basati sul merito. Così si accentua la differenza di classe e non l’uguaglianza. E’ facile essere più bravi quando si nasce in una famiglia di professori”. L’attacco della scienziata al ministro dell’Istruzione
“La scuola non è un’impresa, deve formare le persone, renderle indipendenti, abituarle a lavorare con la propria testa”. Margherita Hack novant’anni di libertà, una delle menti più brillanti del nostro Paese, tuona contro i provvedimenti di riforma della scuola del Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo. Per la professoressa Hack, a cui è stato conferito il titolo di Cavaliere di Gran Croce, “il merito come risultato accentua la differenza di classe”, crea “una scuola d’élite”. La scuola dovrebbe invece “portare tutti allo stesso livello e tener conto delle differenze, delle condizioni di partenza” perché “è naturale che un ragazzo che nasce in una famiglia di operai si trovi più a disagio di uno che nasce in una famiglia di professori”.Studente dell’anno, olimpiadi di matematica e filosofia, carta del merito, fondi alle scuole più meritevoli. A suo avviso i provvedimenti presentati dal Ministro Profumo privilegiano l’élite dell’eccellenza sulla ‘scuola di tutti’?
Mi pare privilegino una scuola d’élite e non li condivido. La scuola dovrebbe privilegiare e promuovere quelli che vengono dalle classi più povere, perché è naturale che un ragazzo che nasce in una famiglia di operai, dove vede pochi libri, si trovi più a disagio di uno che nasce in una famiglia di professori. Dovremmo invece creare scuole a tempo pieno in cui si dedica molto tempo proprio ai giovani che vengono dalle classi più disagiate. Premiare il merito è giusto, certo, però bisogna tener conto delle condizioni di partenza.
La scuola di Profumo guarda al risultato, come in un’impresa? Appunto. E’ facile essere più bravi quando si nasce in una famiglia di professori, bisogna invece cercare di portare tutti gli studenti allo stesso livello, cercare di aiutare quelli che hanno maggiori difficoltà. La scuola non è un’impresa, deve formare delle persone, non è solo il luogo dove imparare più o meno bene certi concetti.
Per lei cos’è il merito nella scuola?
Il merito non si può valutare solo in base al rendimento, ma occorre valutarlo tenendo conto dal punto di partenza, dall’impegno di una persona nel superare le difficoltà. E le difficoltà sono diverse a seconda dell’ambiente in cui uno è nato. Merito vuol dire impegno, costanza, forza di affrontare le difficoltà. Quando si fa in una corsa in cui per esempio gareggiano uomini e donne si dà un certo vantaggio alle donne perché più deboli fisicamente, anche nella scuola bisognerebbe dare più attenzione a chi non parte con le stesse possibilità.
Merito ed eguaglianza non possono essere quindi sinonimi?
Provvedimenti che accentuano solo il risultato accentuano la differenza di classe e invece la scuola deve cercare di portare tutti a una buona preparazione e soprattutto abituare a lavorare con la propria testa. Essere indipendenti a ragionare, non solo a imparare dei concetti. Saper discutere, valutare cosa si studia, se è più o meno utile, essere anche critici.
L’Unione Europea ha chiesto all’Italia di migliorare anche il problema della dispersione scolastica, che insieme alla competenze degli studenti italiani, è sotto alla media OCSE. Se lei fosse di nuovo Ministro in quali percentuali distribuirebbe la spesa?
Darei sicuramente molta più importanza al problema dell’abbandono, a seguire chi ha più difficoltà. Quelli bravi vanno avanti comunque. Molti ragazzi, anche qui nel Nord Est e non solo al Sud, preferiscono andare a lavorare, guadagnare subito qualcosa, invece che studiare. E’ un fenomeno comune. Le borse di studio dovrebbero essere aumentate e ci si dovrebbe impegnare a far capire che a breve scadenza uno guadagna subito, ma a lunga scadenza una cultura dà molte più possibilità nella vita.
Pare che il Ministro Profumo alla fine interverrà per decreto solo sulla parte dell’Università, in particolare con norme per far ripartire i concorsi e bandire l’abilitazione nazionale. Sono questi i provvedimenti necessari o servirebbe altro?
Servono i fondi per la ricerca e certamente occorre riaprire i concorsi per i ricercatori. Perché noi spendiamo per formarli e poi li spingiamo ad emigrare, con una grande perdita per il Paese. E’ fondamentale dare certezze a chi ha buone capacità, garantire un inserimento nel giro di qualche anno e non, come accade oggi, lasciarli senza alcuna prospettiva. Un dottore di ricerca deve sapere di avere la possibilità di fare il suo lavoro in tempi ragionevoli. Inoltre bisognerebbe mettere fine al malcostume dei parenti inseriti senza capacità e credo che gli studenti dovrebbero essere seguiti di più. Penso ad esempio che sia assurdo che uno possa fare lo stesso esame cinquanta volte.
È stata professoressa ordinaria all’Università di Trieste di astronomia dal 1964 al 1º novembre 1992 anno nel quale fu collocata “fuori ruolo” per anzianità e la sua Cattedra fu messa a concorso e vinta dall’allievo Fabio Mardirossian, direttore dell’Osservatorio[8]; poi è passata al ruolo di professore emerito dal 1998[9]. Ha diretto l’Osservatorio Astronomico di Trieste dal 1964 al 1987, portandolo a rinomanza internazionale.
Membro delle più prestigiose società fisiche e astronomiche[10], Margherita Hack è stata anche direttore del Dipartimento di Astronomia dell’Università di Trieste dal 1985 al 1991 e dal 1994 al 1997. È un membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei (socio nazionale nella classe di scienze fisiche matematiche e naturali; categoria seconda: astronomia, geodesia, geofisica e applicazioni; sezione A: Astronomia e applicazioni)[11] Ha lavorato presso numerosi osservatori americani ed europei ed è stata per lungo tempo membro dei gruppi di lavoro dell’ESA e della NASA[12]. In Italia, con un’intensa opera di promozione[13] ha ottenuto che la comunità astronomica italiana espandesse la sua attività nell’utilizzo di vari satelliti giungendo ad un livello di rinomanza internazionale.
Ha pubblicato numerosi lavori originali su riviste internazionali e numerosi libri sia divulgativi sia a livello universitario. Nel 1994 ha ricevuto la Targa Giuseppe Piazzi per la ricerca scientifica. Nel 1995 ha ricevuto ilPremio Internazionale Cortina Ulisse per la divulgazione scientifica.
Margherita Hack nel 1978 fondò la rivista bimensile L’Astronomia il cui primo numero vide la luce nel novembre del 1979[14]; successivamente, insieme con Corrado Lamberti, diresse la rivista di divulgazione scientifica e di cultura astronomica Le Stelle[15].
Margherita Hack nel 2007
ad una conferenza dell’UAAR
Margherita Hack è molto nota anche per le sue attività non strettamente scientifiche e in campo sociale e politico.
È atea, non crede in nessuna religione o forma di soprannaturalismo[18]. Ritiene inoltre che l’etica non derivi dalla religione, ma da “principi di coscienza” che permettono a chiunque di avere una visione laica della vita, ovvero rispettosa del prossimo, della sua individualità e della sua libertà[18].
Il 22 ottobre2008, durante una manifestazione studentesca, in Piazza Signoria a Firenze, ha tenuto una lezione di astrofisica anche con un veloce accenno agli esperimenti eseguiti al CERN sul bosone di Higgs, preceduta da una discussione contro la legge 133/08 (ex-decreto legge 112, rinominato “decreto Tremonti“).
Durante le elezioni regionali del 2010 si è presentata tra le file della Federazione della Sinistra ed è risultata eletta nel Lazio nella Circoscrizione di Roma, con oltre 7000 preferenze[25].
È una animalista convinta ed è vegetariana sin da bambina. Riguardo alla carne, ha dichiarato: «Non la mangerei mai, perché mi sembra veramente atroce uccidere milioni e milioni e milioni di animali… è veramente un’ecatombe ogni giorno sulla terra».[26]
Nel 2009, in una lettera aperta sulla rivista MicroMega, ha criticato il presidente del consiglio italiano Silvio Berlusconi nel merito dei procedimenti giudiziari in cui è coinvolto ed al suo presunto tentativo di eluderli[27].
A favore della ricerca sul nucleare
Sul tema della questione energetica Margherita Hack si è espressa contro la costruzione di centrali nucleari in Italia, ma a favore della ricerca sul nucleare, spiegando che l’Italia attualmente non è in grado di mantenere delle centrali e che l’Italia è un paese poco affidabile.[28]. La Hack sostiene che esiste «una paura irrazionale, anche scientifica, per l’energia nucleare», che però «inquinerebbe molto meno dell’energia a petrolio, a metano e a carbone, a cui dovremmo comunque ricorrere».[29] Ha anche sottolineato l’importanza della ricerca in questo campo e la necessità di “sviluppare al massimo le energie rinnovabili” che contribuiscono a soddisfare parte del fabbisogno energetico[29].
A favore del riconoscimento delle coppie omosessuali
Il 12 agosto2010 Margherita Hack è stata premiata a Torre del Lago Puccini come “Personaggio gay dell’anno” per la sua attività a favore dei diritti civili e del riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali. In quell’occasione ha dichiarato che «da parte di altri paesi è certamente un segno di civiltà. Noi invece siamo un paese arretrato, che non sa cos’è il rispetto della libertà. Il Vaticano è certamente un deterrente che influenza la classe politica, ma la politica non è libera e non ha il coraggio di reagire. E se non reagisce questo significa che è più bacchettona della Chiesa e non sa cos’è il rispetto della libertà altrui».[30]
«Per l’impegno scientifico, il lavoro all’Università di Trieste, all’Osservatorio astronomico, che Margherita Hack ha diretto dal 1964 al 1987, facendolo diventare un punto di riferimento a livello internazionale, e l’impegno civile e politico nella vita pubblica»
— 4 febbraio2011
Socio onorario dell’Associazione Auser volontariato di San Casciano in Val di Pesa per il suo impegno sociale in favore dei diversamente abili
Bibliografia
Margherita Hack alla presentazione del libro “Libera scienza in libero stato” nel luglio 2010 svoltasi a San Donà di Piave
Esplorazioni radioastronomiche – Trattato teorico e pratico. Torino, Boringhieri, 1964.
Tra le sue ultime pubblicazioni:
L’universo violento della radioastronomia, Mondadori, 1983;
L’universo alle soglie del 2000. Dalle particelle alle galassie, Rizzoli, Milano, 1992;
Dalle particelle alle Galassie, Rizzoli, 1992;
Cataclysmic Variables and Related Objects, con C. la Dous, Pier Luigi Selvelli, H. Duerbeck, M. Friedjung, A. Bianchini, R. Viotti), *Alla scoperta del sistema solare con A. Braccesi e G. Caprara, Mondadori, Milano, 1993;
Sette variazioni sul cielo, Raffaele Cortina, 1999;
L’Universo alle soglie del terzo millennio, Rizzoli, 1997;
L’amica delle stelle. Storia di una vita, Rizzoli, 2000;
Etica, biodiversità, biotecnologie, emergenze ambientali con Gino Ditadi Trisonomia, 2002;
Storia dell’astronomia. Dalle origini al duemila e oltre, Edizioni dell’Altana, 2002;
Origine e fine dell’universo con Pippo Battaglia, Walter Ferreri, Utet libreria, 2004;
Idee per diventare astrofisico – osservare le stelle per spiegare l’universo (i misteri della scienza a cura di Lisa Vozza), Zanichelli, 2005;
L’universo di Margherita con Simona Cerrato, illustrazioni di Grazia Nidasio, Editoriale Scienza, 2006;
L’idea del tempo, con Pippo Battaglia, Utet Libreria, 2006;
Il mio zoo sotto le stelle, con Bianca Pauluzzi, Di Renzo Editore, Roma, 2007;
Così parlano le stelle – L’Universo spiegato ai ragazzi con Eda Gjergo, in collaborazione con Arnoldo Mosca Mondadori, Sperling & Kupfer, 2007; ISBN 978-88-6061-226-7