Con strategia della tensione ci si riferisce ad una teoria interpretativa che accomuna in un unico disegno politico l’insieme delle stragi e degli attentati terroristici avvenuti in Italia nei decenni successivi alla vittoria alleata della seconda guerra mondiale, con particolare intensità tra il 1969 e il 1984 ma anche – in misura minore – nei decenni successivi. Alcune fonti individuano nell’attentato di Piazza Fontana l’atto iniziale del dispiegarsi, in Italia, della strategia della tensione. La “strategia della tensione” mantiene uno stretto legame con il fenomeno generale del terrorismo di stato e indica la partecipazione nascosta (o il benestare) di settori dello Stato in azioni terroristiche ai danni del proprio popolo.
L’espressione è stata ripresa dalla traduzione letterale dell’inglese strategy of tension, utilizzata dal settimanale The Observer in un articolo del dicembre 1969, per definire la politica degli Stati Uniti, con il fattivo appoggio del regime militare greco, tesa a destabilizzare i governi democratici delle nazioni con particolare valenza strategica nell’area mediterranea, nella fattispecie Italia e Turchia, attraverso una serie di atti terroristici, allo scopo di favorire l’instaurazione di dittature militari.
Rispetto alla congerie di azioni violente che hanno caratterizzato la cronaca politica italiana degli ultimi trent’anni, si inscrive nella strategia della tensione il periodico verificarsi di stragi od attentati privi di rivendicazione, tendenzialmente compiuti con esplosivi in luoghi pubblici o mezzi di locomozione di massa:
Il 1 maggio 1947 a Portella della Ginestra avvenne una strage collocata storicamente solo di recente nella Strategia della tensione. Morirono 11 persone e 27 feriti.
Nel corso del 1969 vennero compiuti degli attentati considerati prodromi di quelli del 12 dicembre: bombe del 25 aprile 1969 e attentati ai treni dell’estate 1969.
Il 12 dicembre 1969 avvenne un attentato a Milano, la strage di Piazza Fontana; morirono 17 persone e 88 furono ferite.
Il 22 luglio 1970 un treno deraglia sui binari sabotati precedentemente da una bomba nei pressi della stazione di Gioia Tauro. La strage di Gioia Tauro; morirono 6 persone e 66 furono ferite.
Il 17 maggio 1973 avvenne la strage della Questura di Milano, in cui morirono 4 persone e altre 46 rimasero ferite.
Il 28 maggio 1974 avvenne la strage di Piazza della Loggia, a Brescia, in cui morirono 8 persone e altre 102 rimasero ferite.
Il 4 agosto 1974 avvenne l’attentato al treno Italicus a San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna, in cui morirono 12 persone e altre 105 rimasero ferite.
Il 2 agosto 1980 avvenne la strage di Bologna, in cui morirono 85 persone e furono ferite oltre 200 (tuttavia non tutti indicano questo episodio come parte della strategia della tensione. Esiste ad esempio una pista che indica il terrorismo palestinese colpevole della strage come ritorsione per la rottura del cosiddetto “Lodo Moro” La pista segreta).
Il 23 dicembre 1984, antivigilia di Natale, avvenne l’attentato al treno rapido 904, ancora a San Benedetto Val di Sambro, in cui 17 persone persero la vita e oltre 260 rimasero ferite.
Le condanne definitive per tali stragi sono poche:
Per la strage della Questura di Milano l’anarchico Gianfranco Bertoli, arrestato in flagranza di reato;
Per la strage di Bologna i neofascisti Giuseppe Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini;
Per la strage del rapido 904 un gruppo di fuoco composto da mafiosi, camorristi e Banda della Magliana.
All’inizio degli anni novanta il giudice per le indagini preliminari di Savona Fiorenza Giorgi, nel decreto di archiviazione relativo ad un’indagine su alcune bombe esplose in città tra il 1974 ed il 1975, compie un’analisi degli attentati avvenuti nella prima fase della strategia della tensione, in cui, tra le altre cose, cita le coperture garantite dai servizi italiani ad alcune azioni terroristiche ed all’operato di personaggi come Junio Valerio Borghese. Secondo quanto riportato dal giudice:
« Dal 1969 al 1975 si contano 4.584 attentati, l’83 percento dei quali di chiara impronta della destra eversiva (cui si addebitano ben 113 morti, di cui 50 vittime delle stragi e 351 feriti), la protezione dei servizi segreti verso i movimenti eversivi appare sempre più plateale. »