dario fo
Il 27 dicembre 1831 il brigantino Beagle salpò dallInghilterra con un passeggero deccezione, il giovane Charles Darwin, per un giro del mondo che durò cinque anni. Al suo ritorno le risultanze di quel viaggio spindero il giovane naturalista e elaborare lardita teoriache le specie vegetali e animali non sono state create indipendentemente, ma si sono evolute nel tempo grazie a una selezione naturale del più adatto nella lotta per la vita.
Charles Darwin rappresenta una figura cardine nel pensiero scientifico occidentale. La sua teoria dellevoluzionismo ha segnato una svolta cruciale nella storia della cultura, nonostante la continua critica da parte di alcuni ambienti della Chiesa. Con In principio era Darwin (Longanesi) Piergiorgio Odifreddi, da brillante scienziato ed eccellente divulgatore qual è, racconta non solo i momenti salienti della vita e del pensiero di Darwin, ma anche gli sviluppi culturali e scientifici dellevoluzionismo. Ne risulta un saggio capace di dare una sintesi chiara di questo fondamentale capitolo della storia della scienza, tuttora di grande attualità, alla luce del recente arroccamento delle gerarchie ecclesiastiche su posizioni antievoluzionistiche.
Registrato il 16 febbraio 2009 presso laFeltrinelli Libri e Musica, Piazza Piemonte, 2 Milano
Spettacolo esilarante di un maestro di altri tempi. Registrato il 21 dicembre 2003
Adriano Celentano è servizio pubblico? Cosa è davvero servizio pubblico? Aspettando eventuali “provvedimenti” in discussione nel Cda Rai di domani, e dopo le polemiche per il monologo dal palco dell’Ariston, Adriano Celentano parla, in esclusiva, e per la prima volta, della sua partecipazione al Festival. Sanremo è, forse, la fiction più riuscita della storia della Rai? E nel caos che investe l’azienda pubblica televisiva, tra polemiche e Cda in scadenza, cosa farà il governo? Metterà mano alla governance della Rai?
Ospiti di Michele Santoro: l’ex presidente della Rai Lucia Annunziata, Carlo Freccero, direttore di Rai 4, il direttore di Rainews24 Corradino Mineo, Norma Rangeri del manifesto, il direttore di Libero Maurizio Belpietro, l’onorevole Antonio Di Pietro dell’Italia dei Valori, il consigliere dimissionario del cda Rai Nino Rizzo Nervo, e Massimo Bernardini con i ragazzi della redazione del programma “Tv Talk”.
In collegamento da Milano, Dario Fo
Zero – Inchiesta sull’11 settembre | |
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Lingua originale | Italiano |
Paese | Italia |
Anno | 2007 |
Durata | 120 min |
Colore | Colore |
Audio | |
Genere | Documentario |
Regia | Franco Fracassi e Francesco Trento |
Soggetto | Giulietto Chiesa e Franco Fracassi |
Sceneggiatura | Franco Fracassi, Francesco Trento, Paolo Jormi Bianchi |
Produttore | Thomas Torelli per la TPF Telemaco S.r.l. |
Montaggio | Annalisa Schillaci |
Musiche | Alessandro Molinari |
Scenografia | Giuseppe Reggio |
Interpreti e personaggi | |
Doppiatori italiani | |
Francesco Pannofino |
Zero – Inchiesta sull’11 settembre è un film documentario in chiave cospirazionista del 2007 di Giulietto Chiesa, Franco Fracassi, Francesco Trento, Paolo Jormi Bianchi e Thomas Torelli, realizzato dalla TPF Telemaco S.r.l. in collaborazione con Xtend e con l’associazione MegaChip – Democrazia nella Comunicazione. La regia è di Franco Fracassi e Francesco Trento. Il film è tratto da un’inchiesta giornalistica di Giulietto Chiesa, Franco Fracassi e Paolo Jormi Bianchi.
Viene presentato dai suoi autori come “un’inchiesta giornalistica rigorosa, costruita con interviste girate in tutto il mondo ad esperti, scienziati, giornalisti, politici e testimoni; immagini di repertorio inedite ed esclusive; documenti ufficiali; ricostruzioni in computer grafica; cartoni animati, animazioni in 2D e 3D“.[1]
Il lavoro nasce dalle presunte contraddizioni e omissioni dell’inchiesta ufficiale, che secondo gli autori non individua alcuna negligenza nella catena di comando; gli autori del documentario sostengono invece che tale catena, nel giorno dell’11 settembre 2001, fosse stata intenzionalmente disattivata.
Secondo la sintesi di Cinemaitaliano.info, “Il film è diviso in sei capitoli ideali:
- Come e perché sono crollate le torri gemelle del World Trade Center?
- Che cosa è accaduto al Pentagono?
- Com’è possibile che la difesa aerea più potente del mondo l’11 settembre non abbia funzionato in nessun suo elemento, senza che in seguito nessuno sia stato incolpato per l’accaduto?
- Chi sono e come hanno agito i dirottatori? Erano in grado di pilotare i Boeing?
- Cos’è al Qaeda e quali legami aveva con i servizi statunitensi l’11 settembre 2001?
Cronologia di produzione
Il film fu annunciato da Giulietto Chiesa nel corso della trasmissione Matrix dell’emittente italiana Canale 5 l’11 settembre 2006.[2] Il suo titolo originale era Il giorno di Dioniso, secondo quanto annunciato al Milano Film Festival il 24 settembre 2006.[3]
Zero è stato presentato in versione preliminare, in inglese con sottotitoli italiani, il 23 ottobre 2007 al Festival Internazionale di Roma, in concorso nella sezione EXTRA. Successivamente a questa presentazione, il film non è stato distribuito nelle sale cinematografiche o distribuito su DVD, contrariamente a quanto annunciato precedentemente dagli autori, ma è stato reso disponibile soltanto a noleggio per proiezioni autogestite.[4]
Il 16 gennaio 2008 è stato annunciato nella newsletter associata al film che vi sarebbero state delle modifiche a Zero a causa di “problemi di riedizione, dovuti al fatto che alcune immagini presenti nella versione presentata al festival ci sono poi state negate dai loro proprietari.” e allo scopo di “apprestare il film a una utilizzazione televisiva e, in prospettiva, homevideo”. Sono stati inoltre annunciati “un nuovo mixaggio”, l’eliminazione di “alcune lungaggini non essenziali” e la pubblicazione di un DVD.[5]
Il 10 febbraio 2008 Giulietto Chiesa ha annunciato nel sito Megachip.info che “il dvd del film uscirà ad aprile in cofanetto” per poi essere “messo in vendita nelle edicole a settembre.”[6]
Critica
Il compito annunciato dagli autori è verificare se, dove e come le altre ricostruzioni “siano coerenti con i fatti accertati e con le deduzioni praticabili in termini scientificamente e logicamente corretti“.[7] Tuttavia è stato fatto notare che il film si limita a presentare le opinioni, talvolta contrastanti fra loro, di un gruppo di persone al quale non appartiene nessun esperto della materia, e che tali opinioni, in quasi tutto il film, non sono supportate da documentazione o da fonti e sono in contrasto con le perizie tecniche e con l’opinione della stragrande maggioranza degli esperti. I critici notano inoltre che sono pressoché assenti le testimonianze dirette, come quelle dei molti civili che hanno assistito all’impatto del Boeing 757 della American Airlines contro il Pentagono, che il film si basa sostanzialmente su testimonianze indirette di persone che non hanno assistito agli eventi.[8]
In alcuni casi le affermazioni del film sono in contrasto con dati oggettivi (per esempio, le dimensioni della breccia d’impatto al Pentagono o il passaggio del velivolo attraverso sei muri maestri, in realtà assenti nel Pentagono) o sono documentate ricorrendo a cartoni animati (per esempio l’asserita presenza di batterie antiaeree al Pentagono, assenti nella realtà).
Nella versione presentata alla Festa del Cinema di Roma, alcuni degli argomenti promessi dagli autori durante la campagna di promozione del film non sono stati inseriti (per esempio il volo United 93) o sono stati citati in forma molto ridotta (per esempio il crollo dell’edificio 7 del World Trade Center) rispetto a quanto annunciato inizialmente.
Fonti utilizzate dal film
Di seguito vengono riportate alcune delle fonti utilizzate nell’inchiesta ma non necessariamente presenti nel film, con le loro qualifiche:
- Barbara Honegger, viene presentata come addetto stampa del pentagono pur non avendo mai ricoperto tale ruolo: è stata invece membro del personale della campagna elettorale Reagan-Bush e membro del personale della Casa Bianca nell’amministrazione Reagan fino al 1983[9][10]
- Coleen Rowley, ex agente speciale del Fbi di Minneapolis;
- Sibel Edmonds, ex traduttrice per l’Fbi;
- Michael Springmann, funzionario responsabile della sezione visti del Consolato americano a Jeddah;
- James H. Fetzer, professore di filosofia alla Duluth University del Minnesota;
- Annie Machon, ex agente del MI5, nel dipartimento anti-terrorismo;
- Kevin Ryan, ingegnere ed ex direttore di laboratorio[11] degli Environmental Health Laboratories, ente per la certificazione delle acque potabili a South Bend nell’Indiana (rilevati dallaUnderwriters Laboratories);
- Steven Jones, fisico;
- Paolo Marini, chimico;
- Gore Vidal, celebre scrittore statunitense di romanzi, opere teatrali e saggi;
- Philip Berg, ex procuratore generale della Pennsylvania;
- William Rodriguez, ex custode della torre nord del World Trade Center;
- Robert Bowman, colonnello dell’Aeronautica Usa in pensione, eroe della guerra in Vietnam; direttore dei programmi spaziali durante la presidenza Ford e Carter
- Morris Ghiadoni, capitano dell’Aeronautica Militare Italiana;
- Nafeez Mossadeq Ahmed, professore di storia contemporanea;
- Giuseppe Guardabasso, maggiore dell’Aeronautica Militare Italiana;
- Leonardo Lecce, direttore del Dipartimento di Progettazione Aeronautica[12] dell’Università Federico II di Napoli;
- Silvano Manera, direttore dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile.
Voci correlate
Collegamenti esterni
Ogni regione dItalia cela nella cultura orale delle sue origini racconti fantastici legati alle figure bibliche e religiose.
La Bibbia dei villani (Guanda) di Dario Fo e Franca Rame nasce dallesigenza di raccoglierli perché non vadano perduti.
Ne viene fuori una storia di meraviglie e di storture, di miracoli e di stragi, di crudeltà e di tenerezza.
Il principe o De Principatibus:
Emblematico è il modo di trattare argomenti delicati, quali le mosse necessarie al Principe per organizzare uno stato ed ottenerne uno stabile e duraturo consenso. Per esempio vi troviamo indicazioni programmatiche, quali l’utilità nello “spegnere” gli stati abituati a vivere liberi di modo da averli sotto il proprio diretto controllo (metodo preferito al creare un’amministrazione locale “filo-principesca” o al recarvisi e stabilirvisi personalmente, metodo però sempre tenuto da conto in modo da avere un occhio sempre presente sulle proprie terre, e stabilire una figura rispettata e conosciuta in loco).
Altro elemento caratteristico del trattato sta nella scelta dell’atteggiamento da tenere nei confronti dei sudditi, culminante nell’annosa questione del “s’elli è meglio essere amato che temuto o e converso” . La risposta corretta si concretizzerebbe in un ipotetico principe amato e temuto, ma essendo difficile o quasi impossibile per una persona umana l’essere ambedue le cose, si conclude decretando che la posizione più utile viene ad essere quella del Principe temuto (pur ricordando che mai e poi mai il Principe dovrà rendersi odioso nei confronti del popolo, fatto che porrebbe i prodromi della propria caduta). Qua appare indubbiamente la concezione realistica e la concretezza del Machiavelli, il quale non viene a proporre un ipotetico Principe perfetto, ma irrealizzabile nel concreto, bensì una figura effettivamente possibile e soprattutto “umana”.
Ulteriore atteggiamento principesco dovrà l’essere metaforicamente sia “volpe” che “leone”, in modo da potersi difendere dalle avversità sia tramite l’astuzia (volpe) che tramite la violenza (leone). Mantenendo un solo atteggiamento dei due non ci si potrà difendere da una minaccia violenta o di astuzia.
Spesso alla figura evocata dal Principe di Machiavelli viene associata la figura di un uomo privo di scrupoli, di un cinismo estremo, nemico della libertà. Spesso gli viene anche associata la frase “il fine giustifica i mezzi”, che – invece – mai enunciò. Questo perché la parola “giustifica” evoca sempre un criterio morale, mentre Machiavelli non vuole “giustificare” nulla, vuole solo valutare, in base ad un altro metro di misura, se i mezzi utilizzati sono adatti a conseguire il fine politico, l’unico fine da perseguire è il mantenimento dello Stato. Machiavelli nella stesura del Principe si rifà alla reale situazione che gli si presentava attorno, una situazione che necessitava essere risolta con un atto deciso, forte, violento. Machiavelli non vuole proporre dei mezzi giustificati da un fine, egli pone un programma politico che qualunque Principe voglia portare alla liberazione dell’Italia, da troppo tempo schiava, dovrà seguire. Fuori dai suoi intenti una giustificazione morale dei punti suggeriti: egli stende un vademecum necessariamente utile a quel Principe che finalmente vorrà impugnare le armi. Alle accuse di sola illiberalità od autoritarismo, si può dare una risposta leggendo il capitolo IX, “De Principatu Civili”, ritratto di un principe nascente dal e col consenso del popolo, figura ben più solida del Principe nato dal consesso dei “grandi”, cioè dei grandi proprietari feudali. Non esiste un unico tipo di principato, ma per ognuno troviamo un’ampia trattazione di pregi e dei difetti.