La Marcia su Roma è partita da qui, novant’anni fa esatti. Adesso l’Hotel Brufani, piantato sul bordo dell’ampia piazza da cui si snoda il corso principale di Perugia, si veste di nuovo da quartier generale fascista. Anche se lo fa solo per un convegno: due giorni di studi, sabato 27 e domenica 28 ottobre, e l’eloquente titolo “Marciare su Roma”. L’hanno organizzato una decina di associazioni di estrema destra (nomi come Associazione d’Arma Fiamme Nere, Ordine dell’Aquila Romana, Associazione Decima Flottiglia Mas-Rsi, per intendersi), e da qualche giorno sono spuntati manifesti in cui campeggia un Benito Mussolini alla testa dei suoi scagnozzi. Perugia non l’ha presa per niente bene.
Il programma prevede più di trenta interventi su Marcia, fascismo, squadrismo e via discorrendo. Tra i relatori spiccano Adriano Tilgher (Avanguardia Nazionale, Fiamma Tricolore, attualmente con La Destra) e Gabriele Adinolfi (Terza Posizione), che chiuderanno i lavori domenica pomeriggio.
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Se fossimo a Roma forse la gente e i politici non ci farebbero neanche caso. Negli ultimi anni il bombardamento propagandistico di Casa Pound, Forza Nuova e simili nella capitale è diventato tale che semplicemente ormai si è arrivati a una legittimazione automatica di tutto ciò che proviene da quei lidi. A Perugia, però, non sono abituati. In una città governata per quasi settant’anni dalla sinistra, che dalla Seconda Guerra Mondiale a oggi ha espresso solo sindaci socialisti o ex comunisti, un’iniziativa del genere non può passare inosservata. E così hanno protestato la Cgil e l’Anpi, ha sbottato Rifondazione Comunista, s’è indignato il sindaco Wladimiro Boccali, e gli hanno fatto eco pure il presidente della Provincia, il capofila dei renziani umbri Marco Vinicio Guasticchi, e la governatrice dell’Umbria Catiuscia Marini. Più che altro, in giro e nel web, se la sono presa i cittadini. Molti dei quali magari nemmeno lo sapevano, che la notte del 28 ottobre 1922 il quadrumvirato composto da Balbo, De Bono, De Vecchi e Bianchi diede il via libera alla Marcia su Roma proprio dal Brufani.
In questi giorni la città è invasa da migliaia di persone accorse per sorbirsi Eurochocolate, e sabato mattina alle 9.30 tra gli stand e le sculture di cioccolato si imbatteranno anche in un presidio antifascista indetto da Anpi e Cgil. Più o meno a quell’ora, i partecipanti al convegno saranno impegnati in un “omaggio religioso” con “escursione guidata sulle tombe degli squadristi perugini” al cimitero monumentale cittadino. Poi torneranno in centro per dare inizio ai lavori. Le forze dell’ordine terranno le antenne dritte, perché con la bolgia dell’ultimo sabato di Eurochocolate anche la più piccola scintilla potrebbe essere pericolosissima.
Organizzare una “pantomima” del genere, ha detto Boccali, “potrebbe sembrare grottesco, se non fosse, prima di tutto, politicamente disgustoso”. Il deputato Pd Walter Verini vuole interpellare il ministero dell’Interno, mentre l’assessore regionale all’edilizia Stefano Vinti, storico leader di Rifondazione Comunista in Umbria, chiede che l’amministrazione comunale “faccia ritirare quest’oscenità”. Il mondo politico, locale e non solo, insomma, vuole che il convegno non si faccia: sembrano esserci gli estremi per apologia del fascismo. Il direttore dell’Hotel Brufani, da parte sua, cade dalle nuvole: “si parlava di un convegno storico”, dice, ma se il prefetto fermasse tutto per motivi di ordine pubblico non ci sarebbe “nessun problema”.
Quanto agli organizzatori, minimizzano la portata politica della due giorni. Anche se naturalmente per loro “il giudizio sulla Marcia è positivo”. “È solo un confronto per fare il punto sugli studi degli ultimi 90 anni in materia”, ha spiegato all’Ansa il responsabile culturale Pietro Cappellari, ricercatore della Fondazione R.S.I. Ma le pressioni di politica e opinione pubblica locali su prefettura e questura sono forti. Non è detta che alla fine glielo lascino fare davvero, questo confronto.