caravaggio
A finales del siglo XVI, Roma acoge al joven Caravaggio, “adoptado” por la aristocracia papal para dar credibilidad al propio mensaje en los timepos de la Contrarreforma.
La extraordinaria eficacia visiva de su arte sacra encuentra inspiración en los rostros y los gestos de las personas que este maravillosos y controvertido artista encontraba en los callejones y en los tugurios de Roma.
Finalmente in rete la prima puntata di Tracce d’Arte dedicata a 3 MAESTRI del ‘400, Brunelleschi, Donatello e Masaccio.
La seconda puntata di Tracce d’Arte entra nello specifico affrontando un’opera importantissima del ‘400 ed una delle opere piu’ importanti di Masaccio, La Trinita’.
La terza puntata di Tracce d’Arte affrontiamo la ribellione e “sregolatezza” del Genio Caravaggio!!!
La quarta ed ultima puntata della prima serie di Tracce d’Arte e’ dedicata ai Maestri Impressionisti che hanno aperto le porte della pittura alla modernita’
Programma ideato da Alessandro Romboni Nicola Raffaeta’
Prod. BaitaFilmGroup 2012 Musica: Arnoud Conde’-Paven Gaillards
Videoarticolo che ripercorre, attraverso le parole di Ingrid Rowland, professoressa di storia dell’arte alla University of Notre Dame, l’opera di Caravaggio, dai primi dipinti alle grandi tele religiose, fino alle ultime opere dell’esilio, raccontando soprattutto aneddoti legati alla realizzazione dei dipinti e alla sua vita privata ed entrando in profondità nella sua tecnica artistica.
Dal secondo numero di 451 Via della Letteratura della Scienza e dell’Arte
http://www.youtube.com/watch?v=2NOyaMszKFM
Porto Ercole, 1610. Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, sorvegliato dal giovane servo muto Jerusalem, è agonizzante per la malaria su un letto, terreo e col volto ricoperto di cicatrici. Nell’agonia rivive le tappe fondamentali della sua vita: l'”acquisto” di Jerusalem, ancora bambino, dalla sua famiglia; l’arrivo a Roma, dove dipinge per strada e vende i suoi quadri, prostituendosi occasionalmente.
Malato, riceve in ospedale la visita del cardinale Francesco Maria Del Monte, che lo prende sotto la sua protezione, e grazie al quale riceve la sua prima commissione importante: il Martirio di San Matteo. Per il ruolo del carnefice, ingaggia come modello il giovane Ranuccio, conosciuto in una taverna durante un combattimento organizzato: bello e affascinante, egli è fidanzato con Lena, prostituta. Anch’ella, ben presto, incomincia a posare per il pittore, e si stabilisce così una relazione a tre.
Nel frattempo, passando da un successo (e uno scandalo) all’altro, tra taverne, palazzi e corti, Caravaggio conosce il barone Giustiniani, mediante il quale avrà altre commissioni importanti, e sarà ricevuto direttamente dalla corte papale. È proprio durante una festa in Vaticano che Lena seduce il potente cardinale Borghese, nipote del papa; durante una seduta di posa, rivela di essere incinta di lui, e che ha intenzione di lasciare Ranuccio e il pittore.
Lena pochi giorni dopo sarà ritrovata annegata nel Tevere, e dell’assassinio sarà incolpato ed arrestato Ranuccio. Caravaggio, addolorato, prima adopera il cadavere della ragazza per il quadro La morte della Vergine, poi, mediante l’esecuzione di uno stupendo ritratto del papa, riesce a liberare l’amico. Non appena questi è scarcerato, rivela al pittore di aver ucciso Lena per amor suo. Caravaggio lo pugnala.
Il film si chiude con la morte e le esequie del pittore.
A Leno due esperti presentano i risultati della loro ricerca su 100 disegni “ritrovati” che dicono essere stati realizzati da Caravaggio. Ma i critici in sala sono scettici e si sfiora la rissa. Di Alessandro Madron
«Abbiamo trovato cento prove giovanili». Perplessi gli esperti
La sconcertante messe delle recenti attribuzioni non resistite al vaglio della fragile comunità scientifica impone più del tradizionale beneficio del dubbio al sorprendente annuncio dato ieri – tramite agenzia Ansa a tutto il mondo – del ritrovamento di un centinaio di disegni del giovane Caravaggio. Disegni che sarebbero stati identificati dagli «storici» Maurizio Bernardelli Curuz e Adriana Conconi Fedrigolli nel fondo del pittore Simone Peterzano custodito al Castello Sforzesco di Milano.
I disegni, e la relativa spiegazione dell’attribuzione, saranno pubblicati oggi in un ebook di 600 pagine dal titoloGiovane Caravaggio. Le cento opere ritrovate (pubblicato da Amazon). I disegni sarebbero riferibili ai primi passi del Merisi quando, adolescente, era allievo nella bottega del pittore Simone Peterzano (circa 1584-1588). I due studiosi, poco noti agli specialisti (anche se questo non vuol dire nulla), avrebbero anche stimato il valore delle opere fissandole a 700 milioni, «partendo – spiegano – dalle quotazioni d’asta per i disegni realizzati dei maestri del ‘500». Tra le carte del fondo ci sarebbe anche un biglietto di pugno di Caravaggio, sottoposto all’analisi della grafologa Anna Grasso Rossetti, che però ha «operato su materiale fotografico». Secondo i due, dei circa cento disegni rinvenuti nel fondo ben 83 «saranno ripresi più volte nelle opere della maturità, a dimostrazione che il giovane pittore partì da Milano con canoni, modelli e teste pronti per essere utilizzati nei dipinti romani». Ma questo confronto comparativistico (per altro ovvio anche se i disegni fossero di Peterzano) appare più una suggestione che altro, specie in assenza di documenti certi.
L’attribuzione, infatti, induce allo scetticismo per numerosi motivi: i disegni del fondo sono noti e sono stati visti da illustri studiosi (Maurizio Calvesi, Giulio Bora, Mina Gregori, Maria Teresa Fiorio) che non hanno mai tentato questa attribuzione; i due studiosi risulterebbero solo aver chiesto delle riproduzioni al Gabinetto dei disegni del Castello Sforzesco, ma non risultano assidui studiosi del fondo; attribuire disegni (molto frammentari e di provenienza diversa) è sempre arduo e, in genere, le attribuzioni si presentano ai convegni scientifici…
«Sono molto perplessa – dichiara Maria Teresa Fiorio, ex direttrice delle Raccolte d’arte del Castello, che ha custodito per anni il fondo -. Uno studioso serio non fa un ebook, studia i disegni e li pubblica nelle sedi appropriate. Essendo Peterzano il maestro di Caravaggio, il dubbio o speranza ce l’hanno tutti di trovare dei disegni del Merisi. E tutti quanti hanno passato il fondo si son sempre chiesti: possibile che ci sia qualcosa? Nessuno si era però mai permesso di dirlo. L’attribuzione non ha punti di appoggio, non ci sono disegni sicuri di Caravaggio. Come disegnava Leonardo era chiaro; per Caravaggio non ci sono confronti certi. Inoltre, un conto è un disegno giovanile e un conto un’opera tarda. Peraltro ci sono figure di Peterzano che ritroviamo in Caravaggio: c’è una Sibilla di Peterzano a Garegnano che ha la stessa posizione del Bacchino malato di Caravaggio. Il fondo è noto. Insomma, o siamo scemi tutti noi o non lo so. Io non li ho mai sentiti questi studiosi. Volevo persino fare una mostra con Giulia Bora, poi abbiamo rinunciato: chi avrebbe visto una mostra sui disegni di Peterzano?».
Caravaggio oppure no? I disegni di Milano
Stesse perplessità da Francesca Rossi, attuale responsabile del Gabinetto dei disegni del Castello. «Non conosco i due studiosi. C’è stato solo un contatto un anno fa per richieste fotografiche, ma in sala studio non li ho visti. Quelli del Peterzano sono studi di dettaglio, ci vorrebbe un documento per essere sicuri dell’attribuzione. Sono disegni generici, è impossibile essere certi. Non ha nessuna possibilità di verifica un’ipotesi del genere. Mi sembrano attribuzioni ambiziose e poco presentabili».
Cauto anche l’assessore alla cultura di Milano, l’architetto Stefano Boeri: «Saremmo felici se l’annuncio dell’attribuzione di un centinaio di disegni di proprietà del Comune di Milano risultasse fondato. Attiveremo le verifiche necessarie, coinvolgendo un selezionato gruppo di specialisti. Nel frattempo invitiamo tutti a una grande cautela, come è giusto in questi casi».
In generale gli studiosi appaiono più che scettici e qualcuno parla di «bufala».Il direttore del Castello Sforzesco, Claudio Salsi, parla di «metodo non criticamente fondato; suggestioni». Lo storico dell’arte Tomaso Montanari ironizza: «È chiaro che Caravaggio si porta dentro il tratto di Peterzano, di cui serberà sempre un ricordo. Ma sarebbe come prendere cento disegni di Verrocchio e attribuirli a Leonardo».
L’impressione – in attesa di vedere lo studio pubblicato– è che da alcuni anni ci sia una corsa ad attribuire opere ai maestri con più risonanza (Leonardo, Caravaggio, Bernini…) e che, a contrario, l’arte italiana meriterebbe maggior rispetto e cautela. Visto che, Costituzione alla mano, dovrebbe essere uno strumento educativo, non un passatempo salottiero o una palestra acrobatica. I disegni del Fondo Peterzano vennero acquisitati dal Comune di Milano nel 1924 dal patrimonio della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso. Sono 1.378 e dal 2011 è in corso un progetto di catalogazione da parte della Direzione Musei.
Pierluigi Panza