Isabella Ferrari
ROMA – C’è chi sputa tre volte per terra (parecchi), chi si mette le stesse mutande (Fabrizio Frizzi, ps:lavate), chi sale in aereo col piede sinistro (Iva Zanicchi), chi (il principe Emanuele Filiberto) si acquatta nell’ombra in attesa che qualcun’altro passi, prima di lui, dopo un incolpevole gatto nero, chi (Isabella Ferrari, pure sotto al letto) lancia manciate di sale, chi (Massimo Boldi) lombrosianamente crede di riconoscere lo jettatore al primo sguardo. E’ un prontuario dettagliato sui riti contro la jella a cui si aggrappano le celebrities «Il metodo antisfiga – Le scaramanzie dei vip» scritto da Gian Maria Aliberti Gerbotto per la Aliberti editore (non sono parenti), prefazione di Lino Banfi, avvertenze del Cicap (comitato per il controllo sul paranormale) di Piero Angela, conclusioni del cardinale Ersilio Tonini, ricavato devoluto alla ricerca sul cancro.
DOPPIE CORNA – Due anni di interviste e 240 pagine per scoprire che Valeria Marini, almeno una volta a settimana, fa il bagno con due pacchi di sale grosso nella vasca, che Serena Dandini lo metteva agli angoli dello studio di «Parla con me» come amuleto «contro il Potere» (e in più tiene un gobbo in borsa, Miriam Leone invece un baffo del suo micio), che Federica Pellegrini prima delle gare, in mancanza di altro, si tocca il seno, mentre Max Giusti fa le doppie corna e le incrocia sulle parti basse, che Alessandra Mussolini, (oltre a nascondere una treccina dorata scacciaguai sotto ai capelli) è convinta che fu una collega parlamentare in aula, dopo averla guardata con «l’occhio secco» a mandarle un tremendo mal di schiena. O di quando Gigi Proietti non fece in tempo a rallegrarsi perchè il noto menagramo non sarebbe più andato a vederlo a teatro, quella sera. Pochi minuti dopo andò a fuoco una poltrona: lo jettatore, in realtà, aveva cambiato idea.
MALOCCHIO – Paola Perego è ancora convinta che una puntata parecchio accidentata di «Buona Domenica» fosse colpa degli slip verdi che un’assistente portava sotto ai jeans. Valentina Vezzali prima di salire in pedana mette qualcosa di rosso contro l’invidia. Così fa Cesara Buonamici al tg. Carlo Conti ricorda ancora la signora vestita di viola nel pubblico. E i due faretti rotti, il monitor fracassato e i computer in tilt. Persino l’astrofisica Margherita Hack, coinvolta in un recital teatrale, invocò tre volte «M…da», come si usa. Matteo Marzotto ha pensato di avere il malocchio, Moira Orfei lo sa togliere, una scettica Rosa Russo Iervolino si prestava al rito anti-jella per non scontentare la suocera, Antonella Clerici consulta la cartomante, Tonino Guerra bacia un santino russo, il «Venerabile» Licio Gelli conserva quello di Madre Teresa, Giulio Scarpati tiene in tasca un chiodo storto, Martina Stella un braccialetto nero di stoffa del liceo, Luca Bizzarri mette una collana con un bullone. Valerio Massimo Manfredi aveva un collega «innominabile», Gianfranco Vissani non apparecchia per tredici, Federico Moccia, in caso, non ci si siede.
Giovanna Cavalli