« Un uomo solo è al comando; la sua maglia è biancoceleste; il suo nome è Fausto Coppi »
Angelo Fausto Coppi (Castellania, 15 settembre 1919 — Tortona, 2 gennaio 1960) è stato un ciclista su strada e pistard italiano.Soprannominato il Campionissimo o l’Airone, fu il corridore più vincente e famoso dell’epoca d’oro del ciclismo, ed è considerato uno dei più grandi e popolari atleti di tutti i tempi.Eccellente passista e scalatore, era un corridore completo e adatto ad ogni tipo di competizione su strada. Si impose sia nelle più importanti corse a tappe sia nelle maggiori classiche di un giorno. Fu anche un campione di ciclismo su pista.Leggendaria la sua rivalità con Gino Bartali, che divise l’Italia nell’immediato dopoguerra (anche per le presunte diverse posizioni politiche dei due). Celebre nell’immortalare un’intera epoca sportiva – tanto da entrare nell’immaginario collettivo degli italiani – è la foto che ritrae i due campioni mentre si passano una bottiglietta durante una salita al Tour del ’52.Le sue imprese e le tragiche circostanze della morte ne hanno fatto un’icona della storia sportiva italiana. A cinquant’anni dalla scomparsa, la sua popolarità e fama appaiono immutate.Coppi fu al centro anche delle cronache scandalistiche del tempo per la relazione extraconiugale avuta con Giulia Occhini, moglie del dottor Enrico Locatelli.Tra Fausto e Giulia Occhini iniziò una storia d’amore, resa pubblica nel giugno del ’53. Essendo entrambi già sposati, la relazione suscitò all’epoca grande scandalo e fu fortemente avversata da una parte dell’opinione pubblica; persino il Papa Pio XII giunse a condannarla apertamente.Nel dicembre del 1959,Coppi partecipa con alcuni amici ciclisti francesi – fra cui Raphaël Géminiani e Jacques Anquetil – a una corsa nell’Alto Volta, attuale Burkina Faso, in occasione dei festeggiamenti per l’indipendenza del Paese. Nei giorni successivi prende parte a una battuta di caccia nella boscaglia attorno a Ouagadougou, dove contrae la malaria.All’ammalato è praticata una cura intensa a base di antibiotici e cortisonici, ma Coppi non reagisce ed entra in coma. Non riprende più conoscenza e muore alle 8.45 del 2 gennaio 1960, a poco più di quarant’anni. I medici avevano sbagliato diagnosi, ritenendo Coppi affetto da un’influenza più grave del consueto (nonostante la moglie e il fratello di Géminiani avessero telefonato dalla Francia per avvertire che a Raphaël era stata diagnosticata la malaria).Coppi viene sepolto nel cimitero del suo paese natale. Al funerale partecipano decine di migliaia di persone e tutto il mondo del ciclismo