movimento 5 stelle
Pdl nel caos, ministri contro Berlusconi. Alfano: «Sarò diversamente berlusconiano» (da corriere.it)
Lorenzin e Quagliariello verso l’addio a Forza Italia. Tensioni dopo la mossa di Berlusconi
Angelino Alfano (Imagoeconomica)
È terremoto nel Pdl, all’indomani dello strappo di Berlusconi con il governo Letta. Il più clamoroso cambio di posizione viene da Alfano. Con un messaggio su Facebook, anche il vice premier e ministro dell’Interno del Pdl si dissocia dallo strappo deciso ad Arcore con il quale Silvio Berlusconi ha chiesto ai ministri di lasciare il governo senza consultarli. Sulla stesse posizioni anche gli altri ministri del partito di centrodestra: Maurizio Lupi, Beatrice Lorenzin e Gaetano Quagliariello. «Sono berlusconiano e leale. Però la lealtà mi impone di dire che non possono prevalere posizioni estremistiche estranee alla nostra storia, ai nostri valori e al comune sentire del nostro popolo. Se prevarranno quegli intendimenti il sogno di una nuova Forza Italia non si avvererà», scrive Alfano. Il tutto mentre Berlusconi si dice sereno e annuncia di voler continuare a combattere.
IL COLLE – D’altro canto il presidente della Repubblica spiega che si andrà alle urne solo se non ci sarà un’alternativa. Presidente, è preoccupato per la situazione? «Fate domande di una ingenuità mai vista…». Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a Napoli ha replicato ai giornalisti che lo aspettavano a Villa Pignatelli per un incontro con la comunità ebraica. Che infatti il capo dello Stato sia preoccupato è fin troppo scontato. In giornata vedrà il premier Enrico Letta per decidere come affrontare la crisi aperta dalla spallata di Silvio Berlusconi. «Procederò con una attenta verifica dei precedenti di altre crisi, a partire dalla crisi del secondo governo Prodi» ha anticipato Napolitano confermando che vedrà «se ci sono le possibilità per il prosieguo della legislatura». Insomma Napolitano, almeno in questa fase, non ha alcuna intenzione di sciogliere le Camere e mandare gli italiani al voto.
Napolitano: «Vedrò se ci sono condizioni per andare avanti»
GUERRA NEL PDL – Ma è la guerra interna al Pdl a tenere banco il giorno dopo la spallata di Berlusconi con tre ex ministri del Pdl che prendono apertamente le distanze dalla scelta del Cavaliere: «Forza Italia in mano ad estremisti». Prevista per lunedì pomeriggio alle 17 alla Camera l’assemblea congiunta dei gruppi del Pdl alla quale parteciperà anche il Cavaliere. Netta la posizione dell’ex ministro di Beatrice Lorenzin. Sì alle dimissioni «per coerenza politica nei confronti di chi mi ha indicato come ministro» tuttavia «continuerò a esprimere le mie idee e i miei principi nel campo del centrodestra, ma non in questa Forza Italia». Immediata la replica di Mara Carfagna da Napoli. Ai giornalisti che le chiedevano se Quagliariello e Lorenzin siano già fuori dal partito ha risposto: «Sì, credo di sì».
Quagliariello: «Non aderirò a questa Forza Italia»
SACCONI, LUPI E DIGIROLAMO – Considerata una berlusconiana di ferro, anche Nunzia Degirolamo rende pubblici i suoi dubbi sulle dimissioni imposte. Il ministro dell’Agricoltura afferma in una nota di non riconoscersi «in strappi estremi ed estranei alla cultura e alla sensibilità» degli elettori Pdl e di volersi attenere a valori di politico moderato. Pur confermando, però, la massima lealtà al Cavaliere. In dissenso anche il ministro Gaetano Quagliariello che definisce le dimissioni un «fallo di reazione. Io – ha aggiunto – non ho aderito perché penso che una persona che fa politica deve avere l’inclinazione al compromesso». Quando le dimissioni? «Non ho fatto in tempo, quando rientro». E poi annuncia: «Se Forza Italia è questa, io non aderirò. Se ci sarà solo una riedizione di Lotta Continua del centrodestra ne prenderò atto e mi dedicherò, magari, a creare il Napoli Club del Salario». Poi si dissociano anche Sacconi e il ministro dei Trasporti Fabrizio Lupi. «Moltissimi elettori e militanti del Popolo della Libertà – sostiene Sacconi in una nota – non condividono la deriva estremista che il movimento sta prendendo in quanto appare loro lontana dai bisogni di una società insicura ed incapace di offrire una prospettiva maggioritaria. I cattivi consiglieri del Presidente Berlusconi – al quale vanno il mio augurio e la mia solidarietà – sembrano indifferenti alla condizione di molte persone, imprese e famiglie che si affidavano al contesto del pur precario equilibrio del Governo di larga intesa per ricostruire una condizione di benessere», spiega il primo. Lupi, inoltre, spiega: «Così non va. Fi non può essere un movimento estremista in mano a degli estremisti», queste le sue parole «Vogliamo stare con Berlusconi ma non con i suoi cattivi consiglieri. Si può lavorare per bene del Paese essendo alternativi alla sinistra rifiutando gli estremisti. Alfano si metta in gioco per questa buona e giusta battaglia».
Diversamente, il tormentone su Twitter
CICCHITTO – E interviene ancora Fabrizio Cicchitto che ha già aveva espresso tutte le sue perplessità per il modo in cui è maturata la crisi. La decisione «di far cadere il governo» Letta-Alfano «non può essere assunta da un ristretto vertice del Pdl, in assenza sia del vicepresidente del consiglio e segretario politico Alfano, sia dei due capigruppo Brunetta e Schifani». Lo ribadisce in una nota in una nota in conferma la solidarietà a Silvio Berlusconi che «non ha bisogno», afferma, di un partito «di alcuni estremisti che nelle occasioni cruciali parlano con un linguaggio di estrema destra dall’inaccettabile tonalità anche nel confronto con gli avversari politici che non dobbiamo imitare nelle loro espressioni peggiori».
Berlusconi: «Non credo a governicchio di traditori»
BERLUSCONI – Nessuna replica da parte di Berlusconi alla decisione di ex ministri e big del Pdl. Il Cavaliere è intervenuto in collegamento telefonico con Napoli nel corso di una manifestazione del Pdl. «Non sono stanco di combattere, sono in piena forma. Stanotte dopo 59 notti in cui non riuscivo a dormire, ho dormito 10 ore di fila. Sono pronto a riprendere la battaglia» ha detto ai suoi sostenitori che gli hanno tributato applausi e messaggi di auguri per il suo compleanno.
Festa de “Il Fatto Quotidiano”, 07/06/13.
Intervento di Travaglio: “L’inciucio”.
Per chi se lo fosse perso, ecco un vaso di Pandora scoperchiato da Report e Milena Gabanelli su Beppe Grillo, Gian Roberto Casaleggio e ovviamente il movimento 5 stelle.
Tema cardine: trasparenza sui finanziamenti al partito. Fra bugie, ombre, espulsioni, figure imposte unilateralmente dal capo ed i suoi continui cambiamenti di idea, Report fa le scarpe al partito di Grillo&Casaleggio proprio su quei concetti cardine della sua stessa esistenza. Il risultato è il solito e meschino quadro che emerge quando non si dice tutta la verità, esattamente come dovrebbe essere. A partire dalla PUBBLICITÀ.
Ovviamente l’invito alla condivisione è più che superfluo… Buona visione!
L’ultima puntata di Report si occupa dei 5 Stelle ma Grillo e Casaleggio non accettano l’invito di Milena Gabanelli a fare chiarezza su alcuni aspetti del finanziamento del movimento.
Se vogliono conquistare voti Grillo e compagnia devono smetterla di urlare di offendere e di parlare di cose inutili come gli scontrini o di vagheggiare solocomplotti. Hanno già perso molta credibilità favorendo la nascita dell’inciucione. Ed era ovvio che favorendo l’iniucio i partiti avrebbero cercato di segarlo. Ergo facciano autocritica. Facciano cose serie e concrete altrimenti spariranno.
Per affrontare i problemi del Paese il Governo Letta deve durare ma sulla sua vita pendono come un macigno le vicende giudiziarie del Cavaliere: quanto durerà l’età dell’innocenza?
Ospiti: Daniela Santanchè, deputato del Pdl, e Marco Travaglio.
I tagli alla stato sociale, i diritti che si fanno deserto e il Partito democratico che fa i conti con le difficoltà di sostenere una maggioranza di larghe intese. Mentre il welfare scompare, ce la farà il centrosinistra a trovare la sintesi tra il sostegno a un Governo con il Pdl e la salvaguardia dei diritti dei cittadini, dallo studio alla sanità.
Ospiti: Nichi Vendola, leader di Sel, Francesca Puglisi, senatrice del Pd, Angelo Panebianco, politologo ed editorialista del Corriere della Sera, l’economista Michele Boldrin, candidato alla leadership di “Fermare il declino” e Serena Dandini.