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Se localiza en la parte central de la Alameda de la colonia Santa María la Ribera, un barrio con gran tradición en el DF.
Admira su impresionante arquitectura mudéjar desde otra perspectiva.
México, DF, 30 de septiembre de 2014. Miles de estudiantes del IPN iniciaron en el Casco de Santo Tomás la marcha para exigir diálogo a las autoridades federales con el objetivo de resolver el conflicto de esta casa de estudios.
Presentato il nuovo scalo. Sei piste, 120 milioni di passeggeri l’anno. Un tetto che non c’è e la firma di Norman Foster. Ci vorranno 50 anni per finirlo, ma già nel 2020 sarà il doppio rispetto all’attuale
Un aeroporto che vuole simboleggiare la modernità del Messico. Così il presidente del Paese latinoamericano Enrique Pena Nieto ha parlato del futuro aeroporto della capitale Mexico City, il cui progettom è stato presentato nelle scorse ore dai suoi creatori, il britannico Norman Foster e il locale Fernando Romero, e dallo stesso primo cittadino del Paese di Aztechi e Maya.
Il nuovo aeroporto verrà costruito a partire dal 2015 in prossimità dell’attuale Benito Juarez, rispetto al quale quadruplicherà volumi di traffico e capacità: i 32 milioni di passeggeri annui diventeranno 120milioni: valori da top-hub mondiali, se è vero che ad oggi i primi scali del mondo – Atlanta, Pechino, Heathrow, non arrivano a 100 milioni. In realtà per completare le 6 piste e tutto quello che ruoterà loro attorno ci vorranno 50 anni. Già dal 2020, comunque, – i lavori cominceranno nel 2015 – l’aeroporto sarà già in grado di smistare oltre 50 milioni di passeggeri l’anno, con 3 delle 6 piste finali già in funzione. “Sarà il primo hub dell’America Latina”, garantiscono da là. Costo del tutto, 120 miliardi di pesos, pari a 7 miliardi di euro circa per il solo aeroporto, che diventano quasi 170 miliardi (10 miliardi di euro) aggiungendo l’indotto in materia di creazione di un “bacino” capace di gestire le eventuali problematiche da allagamento, uno dei rischi insiti in ogni progetto kolossal che si crea nell’area della capitale messicana, che giace su un’area un tempo occupata da un lago. La struttura occuperà circa 4.600 ettari di terreno ad est della capitale, a non oltre 10 miglia dall’aeroporto corrente, che verrà dismesso e trasformato in area ricreativo-educativa – si parla di un campus universitario – e in deposito per le merci.
Il progetto dell’archistar britannica e del designer messicano, genero del magnate della telecom messicana, Carlos Slim, ha prevalso sulle proposte concorrenti per una serie di motivi, non ultimo il fatto che non vi sarebbe stato alcun esproprio di proprietà terriere. Le voci critiche però, non mancano: oggetto del contendere soprattutto la natura del terreno dove si andrà a costruire, la sua stessa natura di ex lago, poco adatta secondo i detrattori a ospitare un’opera così imponente.
Modernissimo, all’avanguardia, il nuovo scalo non tralascerà citazioni locali, a cominciare dal simbolo che compare sulla bandiera messicana, la vittoria dell’aquila sul serpente, che si riferisce a Tenochtitlan, la città precolombiana su cui è nata l’attuale megalopoli latinoamericana. Le sue hall ariose ospiteranno eventi e mostre d’arte. Norman Foster ha all’attivo innumerevoli progetti nel mondo, tra cui l’aeroporto di Pechino e lo stadio di Wembley, oltre al famoso “cetrioloino”, il grattacielo londinese così apostrofato dal Principe Carlo. Romero ha disegnato per Carlos Slim il Museo Soumaya, che ospita la collezione d’arte personale del magnate, ed è intestato alla figlia, Soumaya, nonché moglie dell’architetto.
Los recursos obtenidos con el aumento del boleto (2 pesos más) están congelados, porque el fideicomiso aún no existe.