di Marco Travaglio
Ostruzionismo, emendamenti, trucchi: i giannizzeri del Cavaliere in Parlamento fanno di tutto perché la nuova norma non veda mai la luce. Mostrando di nuovo l’unico motivo per cui sono seduti lì: proteggere il loro Capo
Per venire incontro alle esigenze impunitarie del Cavaliere, la Severino ha mantenuto il reato di concussione (a riprova del fatto che le autorità europee non ci hanno mai chiesto di abolirla) e la relativa pena massima di 12 anni: ma solo quando sia frutto di “violenze o minacce”. Se invece è frutto di “induzione”, il delitto cambia nome (“indebita induzione a dare e promettere utilità”) e pena massima (non più 12 anni, ma 8, e senza interdizione dai pubblici uffici). Così la prescrizione scende da 15 a 10 anni. Un compromesso al ribasso ripugnante, ma per il Pdl non ancora abbastanza: Sisto la concussione la vuole proprio smantellare, prevedendola come reato solo quando finalizzata a “utilità patrimoniale”. Cioè, se chiedi soldi è ancora reato, se chiedi favori indebiti per un amico (ma soprattutto un’amica) non più.
Il governo, sulla super-porcata ad personam, ha espresso parere negativo. Ma in aula può succedere di tutto: la stessa maggioranza che a fine dicembre, complici i soliti franchi tiratori del centrosinistra, fece passare l’emendamento Pini sulla responsabilità civile diretta dei giudici potrebbe tornare alla carica e approvare l’emendamento Sisto. Abolendo il reato principale di cui Berlusconi è accusato nel caso Ruby: per giunta, quello che attrae a Milano la competenza del processo che, se riguardasse solo l’altro reato (prostituzione minorile), si trasferirebbe ipso facto a Monza e dovrebbe ripartire daccapo.
Ma, anche senza emendamento Sisto, la legge anticorruzione Severino sarebbe ben poca cosa. Il ripristino del falso in bilancio non è nemmeno contemplato. L’aumento delle pene per l’evasione fiscale, men che meno: il giorno dopo i blitz della Finanza e dell’Agenzia delle Entrate, resterà tutto come prima, senza un solo evasore in manette. L’idea poi di allungare i termini di prescrizione, o di bloccarla al momento del rinvio a giudizio o della condanna di primo grado, come avviene in tutti i Paesi civili e come raccomandano di fare le autorità europee, è tabù assoluto. Il reato di autoriciclaggio, previsto dalla convenzione di Strasburgo ’99 firmata dall’Italia e mai ratificata, è desaparecido. Entrano altri due reati previsti dalla convenzione: il traffico di influenze illecite e la corruzione fra privati. Ma è come se non ci fossero, essendo puniti con pene da 1 a 3 anni: prescrizione assicurata prim’ancora della prima sentenza. A questo punto, ministro Severino, meglio lasciar perdere: piuttosto che una finta legge anticorruzione, meglio nessuna.