La protesta per 43 studenti spariti dopo essere stati consegnati dalla polizia nelle mani di una gang. Oggi l’incontro delle famiglie con il presidente Pena Nieto
Gli insegnanti del Coordinamento dei lavoratori dell’educazione hanno attaccato la casa del governatore dello stato di Guerrero, nella cittadina di Chilpancingo, in Messico. Come si mostra in un video diffuso sul web, i manifestanti hanno lanciato un camioncino contro la porta della residenza e vi hanno dato fuoco. Poi hanno ingaggiato un lancio di pietre contro le guardie che custodivano l’edificio e che hanno risposto con i fumogeni. La manifestazione è un atto di protesta per la sparizione di 43 studenti scomparsi il 26 settembre scorso a seguito di una manifestazione di protesta nello stato di Guerrero.
Genitori degli studenti ricevuti dal presidente
Oggi il presidente del Messico Enrique Pena Nieto ha ricevuto le famiglie dei ragazzi e ha promesso un nuovo «piano di ricerche» che assicuri anche che i responsabili siano portati davanti alla giustizia. Fino ad ora 56 persone sono state arrestate: tra loro anche ufficiali di polizia e funzionari locali dello stato. Prima di incontrare il presidente, le famiglie degli studenti erano state ricevute dal ministro dell’Interno Miguel Angel Osorio Chong e dal procuratore generale Jesus Murillo Karam. I ragazzi erano scomparsi il 26 settembre a Iguala, cittadina di 140mila abitanti situata circa 200 chilometri a sud di Città del Messico. Frequentano la scuola di Ayotzinapa, situata nello stato di Guerrero. Secondo quanto emerso finora la polizia li ha affidati ad agenti della vicina località di Cocula, che a loro volta li avrebbero consegnati a esponenti della gang Guerreros Unidos. I genitori dei ragazzi hanno presentato una lista con 10 richieste e si sono rifiutati di uscire dal palazzo presidenziale finché il presidente non si è deciso a firmare il loro documento. Al primo punto delle richieste c’è l’intensificazione della ricerca, il suo proseguimento, dare una nuova direzione e non centralizzarla tanto nelle fosse, nella speranza che i giovani siano ancora vivi.