Fanalini di coda l’ateneo di Palermo al 60° posto e Napoli Parthenope, al 61°. Le punte di diamante fra le private sono invece a Milano: San Raffaele e Bocconi. Per gli “stage” la più virtuosa è l’università del Piemonte Orientale. Mentre riguardo alla capacità di attrarre fondi esterni per la ricerca e i giudizi nella valutazione Anvur il podio è equamente distribuito: Macerata, Salerno e Verona

Le prime dieci università statali
Nelle prime dieci posizioni, secondo la lista generale, si piazzano anche Venezia Ca’ Foscari, l’università Bicocca di Milano, quella di Siena e il Politecnico di Torino, ultima nella top ten. Tra le romane solo 29esima l’università Sapienza, 37esima Roma Tre, mentre Tor Vergata, secondo ateneo della capitale, risulta solo 42esima. E se il Nord si aggiudica quasi tutte le prime posizioni, il sud dal punto di vista dell’istruzione non brilla. Il primo ateneo che si incontra è quello di Salerno, in 23esima posizione, mentre l’Orientale di Napoli si piazza appena sopra Roma Tre, nella 36esima casella. Fanalini di coda risultano, rispettivamente al 60esimo e al 61esimo gradino, Palermo e Napoli Parthenope.
Le università private
Classifica a parte per gli atenei privati. Tra questi, le “punte di diamante” si trovano comunque al Nord e parlano entrambe milanese. Secondo i criteri indicati dal quotidiano economico, infatti, è il San Raffaele ad aggiudicarsi la palma di migliore, seguito a ruota dalla Bocconi. Il bronzo spetta alla romana Luiss, mentre l’ultima posizione in questa lista è quella dell’Università europea, con sede sempre nella Capitale.
Il metodo
La classifica generale segue un metodo scientifico e si basa sulla media del punteggio acquisito dalle strutture, secondo nove criteri basati sull’attività di didattica (attrattività, cioè l’appeal che l’ateneo ha verso studenti di regioni differenti a quella in cui ha sede; sostenibilità, basata “sul numero di docenti nelle attività di base e caratterizzanti per ogni corso di laurea”; stage; mobilità; borse di studio internazionali; dispersione, cioè la percentuale degli immatricolati iscritti al secondo anno in quella stessa università; efficacia e soddisfazione, secondo il giudizio dei laureati e infine occupazione) e di ricerca. E in un’Italia dove nel confronto con l’estero l’università è spesso accusata di insegnare molta teoria tralasciando proprio l’inserimento nel mondo del lavoro, secondo il criterio denominato “stage”, basato cioè sulla percentuale di crediti ottenuti in stage sul totale, è la Piemonte Orientale quella da considerare più virtuosa.
Criteri di ricerca
Per quanto riguarda i canoni della ricerca, infine, a farla da padrone sono la capacità degli atenei di attrarre fondi esterni, i giudizi ottenuti dai prodotti di ricerca nella valutazione Anvur e, sempre secondo questa valutazione, i giudizi ottenuti dall’alta formazione. E secondo i parametri dei prodotti di ricerca il podio è equamente distribuito in tutta Italia: i primi tre posti sono infatti dell’università di Macerata, poi Salerno e infine Verona, prima in generale.