Appello di Barca per Mausoleo di Augusto e Colle Oppio. «Operazione Fori è segno del cambiamento che vogliamo»

ROMA – Flavia Barca, economista della cultura, lei è il nuovo assessore alle Politiche culturali della giunta romana di Ignazio Marino. Cominciamo dall’operazione Fori. Molti si sono chiesti perché partire da lì. Sinceramente: è una priorità?
«L’operazione Fori è il segno forte del cambiamento che il sindaco Marino e questa giunta intendono assicurare a Roma. Indica un percorso progettuale di rinascita della città che parte dalla valorizzazione del patrimonio artistico, dalla riappropriazione identitaria da parte dei cittadini. La serata del 3 agosto, con tutte le sue difficoltà, ha mostrato che i romani capiscono molto bene».
Marino parla, per i Fori, di contributi di idee internazionali, del ritorno di Roma al centro di un dibattito non solo italiano. Lei pensa davvero che Roma «interessi»?
«Più di quanto noi italiani non sospettiamo. Chiunque abbia vissuto all’estero conosce l’immensa forza comunicativa di Roma nell’immaginario mondiale. Va recuperata, con uno scatto d’orgoglio, la capacità di utilizzare quell’interesse per il bene della città».
Cosa pensa dell’operazione Colosseo e della sponsorizzazione da parte di Diego Della Valle?
«Mi convince. E penso che il coinvolgimento dei privati sia essenziale per il futuro della cultura a Roma. Sono colpita dalla quantità e dalla qualità di imprese e singoli possibili sponsor e mecenati che mi hanno voluto incontrare mettendosi a disposizione per sostenere il nostro patrimonio. Penso che per la cultura siano essenziali tre soggetti. La mano pubblica, che tutela il bene e indica una strategia chiara e condivisibile. La mano privata, che con un progetto trasparente può dare il meglio di sé. I cittadini romani, che non devono più essere solo fruitori ma devono diventare garanti essi stessi del bene culturale, riappropriandosene».
In quali luoghi i privati potrebbero sostenere il Comune?
«In tanti davvero. Penso al Mausoleo di Augusto, destinato a diventare una meraviglia: i lavori sono fermi da anni e il bando due anni fa è andato deserto. O agli scavi sotto il Colle Oppio, nell’area dell’impianto termale: sono emersi in tempi recenti, come si sa, il magnifico affresco della città e mosaici di inestimabile bellezza. Occorrerebbe uno sponsor non per gli scavi ma per rendere fruibile subito al pubblico tutto questo».
Ignazio Marino ha detto, ascoltando i dati negativi dei consumi culturali a Roma presentati da Federculture: l’Estate romana appare indebolita, la Festa del cinema appassita, l’Opera ha poche aperture di sipario, la metà della Scala…
«In generale dovremo uscire dalla cultura dell’emergenza, anche nel campo culturale. L’Estate romana deve ritrovare il suo ruolo di motore di innovazione, sperimentazione di talenti e anche di capacità di riscoperta del territorio. I nuovi bandi saranno non solo trasparentissimi ma chiederanno, in cambio dei finanziamenti, anche un ritorno al Comune, magari sotto forma di testimonianze filmate dell’attività: se il Campidoglio investe in cultura, è giusto che il “prodotto” sia in qualche modo tracciabile e valutabile. La Festa del cinema deve ritrovare una sua identità più forte e chiara, collocata anche in una visione intersettoriale: produzione, distribuzione, sostegno ai nuovi talenti, le sale che chiudono… In quanto all’Opera, il tema è delicato. Assorbe importanti risorse economiche che dovranno in qualche modo essere maggiormente messe a disposizione dei cittadini».
Tra poco sarà stagione di nomine: alle Scuderie-Palaexpo, per esempio, dove i costi sono stati tagliati e l’azienda ha resistito ai cambi politici. Poi ci sarà il Teatro Stabile. Come vi regolerete per le nomine? Ci saranno politici?
«Non faccio nomi. So che con il sindaco Marino c’è un elemento di chiarezza: in generale solo nomine culturali trasparenti, professionali, meritocratiche seguendo l’impostazione condivisa in giunta. Le Scuderie hanno ottenuto risultati straordinari, rappresentano un brand sia popolare che di élite culturale. Forse il Palazzo delle Esposizioni deve ritrovare una sua identità più marcata».
Che cosa accadrà nel pasticciaccio del teatro Valle? Possibile che una delle sale più antiche e prestigiose d’Italia resti ancora occupato e senza un progetto?
«Il Valle è un dossier aperto al quale stiamo prestando molta attenzione. Gli spazi culturali a Roma sono tanti, molti anche vuoti. Non escludo che possano nascere, non so dire se proprio al Valle, esperienze di gestione condivisa dei beni comuni, sotto la guida di un Comitato di garanti e il monitoraggio del Comune, in cui si possano sfruttare anche le esperienze positive che vengono dalla comunità artistica romana. E in generale penso a un lavoro collegiale sulle politiche culturali in stretta collaborazione con i Municipi. Un metodo indispensabile, per una città come Roma».
Tra le tante opere che gli italiani non possono visitare, ecco i mosaici e l’affresco di Colle Oppio e il Mausoleo di Augusto
Il Mausoleo di Augusto è in fase di restauro dal 2008. I materiali archeologici, che si trovano per lo più all’esterno della cella sepolcrale, avrebbero dovuto essere ospitati in strutture temporanee
Altri interventi serviranno a consolidare le parti meno salde della struttura, a pianta circolare, per mettere l’intera area in sicurezza, valorizzando questo monumento risalente al I secolo a.C.
Mosaici dentro al cantiere di Colle Oppio
I mosaici di Colle Oppio
L’affresco di Colle Oppio
L’affresco di Colle Oppio