Il maestro ha accettato l’incarico che ricoprirà sino alla fine del 2016. La soddisfazione del sindaco Pisapia: “Il teatro si conferma punto di riferimento della cultura e della musica”
Il maestro Daniel Barenboim
Dal primo dicembre Daniel Barenboim sarà il nuovo direttore musicale della Scala. Un ruolo che ricoprirà fino al 31 dicembre 2016. La nomina colma un vuoto che a Milano durava da sei anni, da quando cioè Riccardo Muti se ne andò nel 2005 sbattendo la porta in rotta di collisione con l’orchestra.
Sessantanove anni, israeliano (ma con passaporto anche palestinese), Barenboim è uno dei direttori e pianisti più famosi al mondo. Tenne il suo primo concerto a sette anni e da allora non si è più fermato. Ha fondato la West-Eastern Divan Orchestra, che nel nome della musica unisce musicisti israeliani e arabi, e dal 2006 è ‘maestro scaligero’, titolo inventato per lui dal sovrintendente Stephane Lissner: un modo per conciliare l’impegno a Milano con il ruolo allo Staatsoper Unter den Linden e con la Staatskapelle di Berlino, di cui è direttore principale a vita. Proprio con il ruolo di maestro scaligero lo scorso 7 dicembre, prima di dirigere la Walkiria, Barenboim ha letto a nome del teatro l’articolo 9 della Costituzione protestando per i tagli dei fondi alla cultura. Il gesto è finito sulle prime pagine di tutti i giornali e ha incassato l’applauso del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che era nel palco reale.
Quando lesse la Costituzione contro i tagli alla cultura
Il videoracconto della ‘Cavalcata’
Da tempo, però, a Milano si sentiva il bisogno di un vero direttore musicale, che avesse ben più responsabilità di un maestro scaligero, qualcuno che mettesse la firma sull’orchestra. C’era chi aveva sperato in una scelta italiana, addirittura alcuni loggionisti avevano indetto una petizione per Daniele Gatti. Ultimamente si faceva con insistenza il nome di Gustavo Dudamel, ma da molti il trentenne venezuelano caro a Claudio Abbado era considerato troppo giovane e soprattutto inesperto nel repertorio dell’opera, che è il fiore all’occhiello del Piermarini.
Le voci sono state smentite con la nomina fatta dal sovrintendente con “soddisfazione e orgoglio”. Si concretizza il rapporto “con uno dei più grandi direttori del nostro tempo, che nei recenti cinque anni di collaborazione ha dato un forte impulso all’attività del Teatro – ha spiegato Lissner – e con questa scelta ha preso una decisione importante nella sua attività artistica internazionale Barenboim dedicherà alla Scala, fra opere, concerti e tournée, 15 settimane l’anno, circa quattro mesi. E presiederà i concorsi per i posti in orchestra vacanti, circa una ventina. Anche se cresce l’impegno, il cachet resterà lo stesso: cioè la top fee(circa 20 mila euro a esibizione) che già ora percepisce.
La scelta ha soddisfatto un po’ tutti. Il sindaco Giuliano Pisapia, che è presidente del teatro, ha parlato di un arricchimento non solo della Scala ma dell’immagine di Milano. La Filarmonica, cioè la compagine fondata nel 1982 dai musicisti scaligeri con l’allora direttore musicale Claudio Abbado, ha “festeggiato con entusiasmo” e con la speranza che il rapporto col direttore, che nella prossima stagione salirà 18 volte sul suo podio, si infittisca.